
“Se Carl Orff fosse vivo, come farebbe suonare i Carmina Burana nel 2015?”. A questa domanda hanno provato a dare una risposta Marco Maffei, produttore artistico di RadioSpia, l’icona rock-wave Andrea Chimenti, il violinista Valentino Corvino, il dj Emanuele Menga, la musicista elettronica Alba Francesca Battista e altri artisti. Un lavoro importante, durato due anni, “una sfida molto seria”, come ama definirla Corvino. La presentazione di “One Carl Is Undead – An ideal today for Carmina Burana” si è svolta a Foggia, nello splendido auditorium Santa Chiara. Gli artisti presenti hanno raccontato il loro percorso sonoro, durato due anni, per proiettare nel futuro Carmina Burana, storica raccolta di testi poetici medievali, quasi tutti in latino, che il tedesco Carl Orff recuperò negli anni ’30 realizzando una cantata scenica famosissima come “O Fortuna”.
“Ho fatto da tramite tra la visione degli artisti e il mercato utilizzabile – ha spiegato Maffei -. Ho notato l’estrema modernità dei Carmina, convinto che a Carlo Orff avrebbe fatto piacere svecchiare la sua creazione”. La rielaborazione è diversa rispetto al latino che studiamo a scuola. “Gli accenti di Orff sono stati adattati alla musica ritmica, un po’ come fanno Elio e le storie tese”. Maffei è dunque tornato al tanto “odiato latino”, studiato mal volentieri a scuola ma oggi reso attuale grazie a un sound in grado di spaccare, nel senso migliore del termine, s’intende.
“La carica ritmica è esplosiva – ha detto Corvino – e l’utilizzo degli strumenti resta molto particolare. Attualizzare Carmina Burana aveva assolutamente senso, soprattutto se pensiamo ai mezzi di cui disponiamo adesso. Forse anche Orff avrebbe lavorato così”.
L’album collettivo “derivante da una visione”, spiegano nel promo, è già disponibile su tutti i più famosi store digitali. Si tratta senza dubbio di un lavoro interessante, innovativo e stimolante. Ma anche coraggioso vista la “presunzione” di rendere attuali i Carmina Burana. In conferenza stampa, i protagonisti dell’album hanno presentato un teaser, sei minuti con un riassunto di tutto l’Ep. Nove tracce, oltre 40 voci, 35 minuti di musica. Un lavoro fra tradizione e modernità. Ci sono strumenti attuali, bassi ed uculele oltre all’utilizzo di programmi di gestione audio. “Il passato va conosciuto e rielaborato per proiettarsi nel futuro” è lo slogan degli autori. Impossibile imbattersi in un album del genere in piazze o locali. “Direi che è molto difficile – ha precisato Maffei -, al massimo in qualche club”.
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