Tangenti per gli aborti, rinviati a giudizio i due medici dell’Asl. Inutile l’indagine interna all’azienda

Rinviati a giudizio Osvaldo Bettarino (56 anni) e Giuseppe Belpiede, due medici dell’ospedale “Tatarella” di Cerignola accusati di aver messo in piedi un “vero e proprio sistema” per l’interruzione delle gravidanze entro i 90 giorni in cambio di tangenti da 100 euro.

Rinviati a giudizio Osvaldo Bettarino (56 anni) e Giuseppe Belpiede (62 anni), due medici dell’ospedale “Tatarella” di Cerignola accusati di aver messo in piedi un “vero e proprio sistema” per l’interruzione delle gravidanze entro i 90 giorni in cambio di tangenti da 100 euroPer gli inquirenti, i medici cerignolani sono incappati nel reato continuato di concussione in concorso. I due professionisti, il primo nella qualità di dirigente medico responsabile del servizio di interruzioni volontarie delle gravidanze istituito presso il “Tatarella” ed il secondo quale direttore dell’unità di anestesia e rianimazione della medesima struttura, costringevano, mediante minaccia implicita, giovani donne che si recavano presso l’ospedale per compiere l’interruzione volontaria della gravidanza – come previsto – entro i primi novanta giorni dal suo inizio, a versare loro somme di denaro in contanti, subordinando al pagamento della somma richiesta (in genere 100 euro che i due indagati si dividevano a metà) l’effettuazione tempestiva dell’aborto, il cui costo è a carico del servizio sanitario nazionale. Prossima udienza il 6 marzo. Bettarino e Belpiede furono sospesi dal servizio con effetto immediato dall’Asl, la quale avviò un’indagine interna per individuare altre eventuali responsabilità.

L’indagine interna dell’Asl di Foggia

Senza esiti clamorosi, invece, l’indagine interna messa a punto dal direttore generale Attilio Manfrini. Il risultato è stata la “sospensione dell’attività”. Detto in altri termini, pilateschi, la palla è stata passata tout court alla magistratura ordinaria. La commissione di disciplina così ha permesso il “reinserimento” dei medici ma con diversa collocazione, evitando ogni attribuzione dirigenziale. “Sono stati assegnati provvisoriamente a San Severo – afferma il dg di Foggia -, ma non possono dirigere alcuna struttura per via delle norme anticorruzione”.