Fallimento Gema, i legali di Tavasci: “Processo troppo sbrigativo”. Sentenza il 13 febbraio

“Molte cose non sono state valutate adeguatamente, non si può decidere un processo con le sole dichiarazioni dei funzionari comunali”. Nell’arringa di oggi, l’avvocato Gianluca Ursitti, difensore degli imputati per il caso Gema, ha spiegato le ragioni per le quali non sarebbe credibile la ricostruzione dell’ammanco di circa 22 milioni di euro nelle casse di alcuni Comuni della provincia di Foggia.

“Molte cose non sono state valutate adeguatamente, non si può decidere un processo con le sole dichiarazioni dei funzionari comunali”. Nell’arringa di oggi, l’avvocato Gianluca Ursitti, difensore degli imputati per il caso Gema, ha spiegato le ragioni per le quali non sarebbe credibile la ricostruzione dell’ammanco di circa 22 milioni di euro nelle casse di alcuni Comuni della provincia di Foggia.

143509943-67984100-cc5a-4d86-90b3-2e05f56a20b2Il giudice Domenico Zeno prenderà la sua decisione nell’udienza del 13 febbraio prossimo, giorno in cui verrà letta la sentenza che da tempo attendono Lanfranco Tavasci e Giulio Gentile, per i quali il pubblico ministero Antonio Laronga aveva chiesto, rispettivamente, 5 anni di reclusione ed 1 mese e 10 giorni. “C’è un’assoluta carenza della prova del danno – così Ursitti sintetizza il contenuto dell’arringa difensiva -, non c’è stata nessuna consulenza né perizia tecnica. Le cifre snocciolate dai dipendenti dei Comuni sono del tutto inattendibili, e non danno il senso reale dell’eventuale ammanco nelle casse. Per di più, non si tiene conto dei crediti vantati dall’azienda – circa 20 milioni di euro – che in quel periodo era nel pieno della débâcle finanziaria. Si è solo pensato a collegare le risorse mancanti con gli imputati, sostenendo che li hanno presi loro”. Per il legale “assolutamente infondata” è l’associazione a delinquere contestata.

Secondo le indagini della Guardia di finanza coordinate dalla Procura, i più colpiti sono il Comune di Cerignola, che è creditore di 7,8 milioni di euro, Foggia di 3,3 milioni, San Giovanni Rotondo di 2,1 e Vieste di due milioni. Ammanco di 266mila euro anche a San Marco in Lamis, città garganica che aveva contattato la procura e dalla quale partì l’inchiesta. “Siamo sereni – conclude Ursitti -, perché ritengo che i miei assistiti siano persone perbene. Ma il giudice guardi bene le carte, per decidere al meglio su una vicenda che doveva essere affrontata meglio dal punto di vista processuale”