
“Rigenerarsi significa puntare sui giovani e sulle generazioni future. Ed è per questo che le primarie sono ancora oggi necessarie per ribaltare un risultato che a tutti sembra perso”. Lo scrive su facebook il consigliere regionale Ignazio Zullo (Fi) con riferimento, anche, all’insistenza con cui Toti nomina Fitto per un’eventuale impegno da governatore.
“Schittulli consacrato dalle primarie sarebbe vincente su Emiliano. Infatti le primarie servirebbero a mettere in movimento una classe dirigente, uomini e donne di partito e della società civile, giovani ma soprattutto le nostre idee, i nostri programmi e i nostri valori e tutta la rabbia che abbiamo dentro per creare in Puglia quella rivoluzione necessaria per una salutare alternanza di governo”.
Qualche giorno fa la senatrice Poli Bortone aveva esortato a rompere gli indugi e a scegliere l’ex presidente della Provincia barese. “Non c’è un solo motivo per cui i partiti che hanno indicato in Schittulli il loro candidato non debbano andare avanti, né comprendo perché Forza Italia non dia a Fitto il termine di tre giorni per dare una definitiva risposta sulla sua candidatura”. Dall’ufficio di presidenza di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, aggiunge: “Perdere per perdere è preferibile che il centrodestra in Puglia si rigeneri al di là di quella che può essere Forza Italia, nella sua interezza o in parte”.
A questo replica Zullo: “Che senso ha affermare, come fa la senatrice Poli Bortone, di puntare su Schittulli pur sapendo a priori che la partita è persa?”. Nel 2010 la scelta della Poli di correre da candidata con Io sud contribuì alla scnfitta di Palese. Rilanciando il test consultivo, Zullo sferra l’attacco: “Questa è la vera rigenerazione di un centrodestra che si è perso negli anni dentro le pulsioni narcisistiche di persone che già nel 2010 hanno operato per portarci alla sconfitta, rinnegando quel Pdl che loro stessi avevano generato. Quelle persone oggi hanno il dovere di dare un contributo per la vittoria e non per continuare a sfasciare, e non possono permettersi di dettare diktat di sorta”.