È stato trasmesso dal presidente del Consiglio regionale della Puglia Onofrio Introna al presidente della Regione Nichi Vendola, con l’invito dell’Ufficio consiliare di Presidenza a “valutarlo positivamente”, l’appello sottoscritto da centinaia di cittadini pugliesi, che chiede alla Regione di ricorrere d’urgenza alla Consulta per l’illegittimità costituzionale della legge di conversione del decreto “Sblocca-Italia” del Governo nazionale. Gestione dei rifiuti e divieto di ricerca di idrocarburi in mare sono le materie sulle quali i richiedenti sollecitano il ricorso alla Corte Costituzionale.
Nel settore dello smaltimento, le scelte nazionali annullerebbero “di fatto gli effetti positivi di qualsiasi corretta pianificazione regionale che abbia come obiettivo la riduzione dei rifiuti e il recupero”, fanno notare i sottoscrittori.
In tema di trivellazioni petrolifere marine, ad essere leso sarebbe il carattere di legislazione concorrente proprio di ogni strategia energetica: la Costituzione chiama lo Stato a stabilire i principi fondamentali e riconosce alle Regioni il compito di dettare la disciplina concreta, nel rispetto degli stessi principi; L’Italia, la Puglia in particolare – osservano i promotori e i firmatari dell’appello – non è ricca di giacimenti petroliferi o di carbone, ha come uniche risorse sole, acqua e vento e non si comprende come queste fonti rinnovabili di energia non vengano nemmeno citate nell’articolo 38 dello Sblocca Italia e si progetti un ritorno ai combustibili fossili.
In tal modo, aggiunge la petizione, “lo Stato lede il diritto dei cittadini a scegliere in sede locale il proprio futuro”. Da qui la richiesta “di porre in atto misure concrete e urgenti volte all’impugnazione per incostituzionalità della legge di conversione del decreto Sblocca Italia, in netto contrasto con l’articolo 117 della Costituzione, in ordine alla ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni”.
Repentina la replica della Giunta, affidata all’assessore e vicepresidente Angela Barbanente: “Voglio rassicurare il presidente del consiglio regionale, Onofrio Introna, sulla ferma volontà della Giunta di ricorrere alla Corte costituzionale contro il decreto sblocca-trivelle contenuto nel cosiddetto “Sblocca Italia”. La Giunta ha infatti già dato mandato all’Avvocatura regionale di effettuare un’analisi di fattibilità che valuti la percorribilità del ricorso, in modo da verificare l’illegittimità costituzionale del decreto che nei fatti liberalizza la ricerca di petrolio e idrocarburi a poca distanza dalle nostre coste”. “Il ricorso – prosegue la vicepresidente della Giunta regionale – andrebbe proprio nella direzione proposta dalla petizione che il presidente Introna ha trasmesso alla Giunta, per evitare l’ennesimo scempio delle risorse naturalistiche e delle bellezze paesaggistiche dei mari della nostra regione”.