“Venissero qui a protestare, e per che cosa, il contratto termina a febbraio”. Il sindaco Antonio Potenza non ha dubbi, la comunità di recupero per tossicodipendenti Saman, una delle eccellenze pugliesi e nazionali in questo campo, deve lasciare l’immobile. Il comodato gratuito scade a febbraio 2015 e qualche giorno fa il comune di Apricena ha inviato una lettera per comunicare la decisione.
Sorta vent’anni fa sfruttando la legge Martelli, ospita per il 70% gente della provincia di Foggia di cui molti di San Severo e un apricenese, accolto pochi giorni prima che giungesse la lettera di sfratto. Potenza, che ha avviato quella che definisce “valorizzazione dei beni comunali” ha intenzione di costruirci una Rssa (residenza socio- sanitaria assistenziale) per anziani dando lavoro a 40 persone. “Ora gli operatori sono 4 o 5 per 28 persone: non sarebbe un bel salto di qualità?”, dice a l’Immediato. Il disegno in cui rientrerebbe Saman è più ampio e prevede la variante di destinazione d’uso per altri edifici cittadini il cui contratto è in scadenza.
Ma la struttura, che ha sedi dislocate in tutta Italia, nacque in base alla legge del ’90 proprio per ospitare tossicodipendenti, né pare che il sindaco abbia trovato un’alternativa allo sfratto: “Ci sono altre strutture in tutta Italia”, ma non ha idea di dove potrebbero essere trasferite quelle persone. In Puglia Saman ha scelto come unica sede Apricena.
Circa la possibilità di costruire un centro anziani, Achille Saletti (responsabile nazionale) e Tommaso Pasqua (responsabile regionale) si appellano alla legge regionale del 2006 e al regolamento del 2007 che prevedono l’inserimento delle strutture sociali nel centro abitato, mentre il luogo in cui sorge la comunità Saman è ubicato a sette chilometri fuori.
Il sindaco si è detto disposto a concedere qualche mese in più per la ricerca di una nuova sede ma ne rivendica la proprietà: “In casa mia decido io cosa fare”. Domani in Consiglio comunale porterà la variazione d’uso per altri due immobili. Pasqua dissente su tutta la linea, tra lui e il sindaco nessun contatto: “Potenza deve capire che non può metterci quello che vuole al posto di Saman, non è che si sveglia una mattina e ci impianta la fabbrica di pantaloni cinesi. Noi eravamo disposti anche ad un affitto, o anche ad un acquisto, ma la proposta non ci è stata fatta, una sgarbatezza, in genere si favorisce chi già c’era”.
Saletti aggiunge: “Noi come associazione abbiamo uno spettro d’azione molto ampio, potremmo partecipare anche noi ad un bando per una struttura anziani ma non lo faremo. E poi perché non l’ha detto cinque giorni fa quando c’è stato il colloquio? Noto che al sindaco non interessa la struttura, né le persone che accoglie, in fondo gli interessa solo Apricena, nemmeno che si tratti di persone della provincia. Spostarle in altro luogo sapendo che molti di essi hanno anche parenti nello zone vicine non è solo un discorso affettivo ma costituisce anche uno spreco di risorse”. Qualche giorno fa è avvenuto l’incontro tra Saletti, Potenza e due rappresentanti del comune.
Saman non si ferma. La comunità in questi anni ha supportato non solo il recupero dei drogati, ma ha insegnato un mestiere, per qualcuno ha rappresentato l’alternativa al carcere. Partiranno subito “lettere di sensibilizzazione” alla Regione, alla Asl, al ministero della Giustizia, del Welfare. “Chiederemo una proroga -dice Saletti- non siamo nelle condizioni di spostarci, non è semplice reperire un’altra struttura con quei requisiti, preferibilmente in Puglia e nel foggiano. Noi ci opporremo fermamente all’ingiunzione, e credo che andrà via più di un anno e mezzo. Poi dubito di trovare un giudice che ordini lo sfatto di una comunità terapeutica”.