Trenta comuni della provincia di Foggia e ben 70 delegati. Sono questi i numeri della raccolta Telethon che quest’anno, per la prima volta, vedrà impegnato in prima linea il policlinico della Capitanata. A presentare il progetto che durerà circa un mese da dicembre a gennaio, il coordinatore Nico Palatella, che ha precisato l’impegno per la ricerca nelle malattie genetiche finanziata attraverso la raccolta fondi. “Abbiamo deciso di intraprendere questa strada della solidarietà – hanno spiegato dalla direzione degli Ospedali Riuniti -, con questa collaborazione speriamo di raggiungere risultati straordinari in termini di coinvolgimento e traguardi raggiunti. Così potremo dare una grande mano alla tutela della salute e alla speranza nella ricerca”.
Tra i presenti alla conferenza stampa, oltre al direttore sanitario Antonio Battista e al responsabile della comunicazione Angela Fiore, Giuseppe Merla, il biologo e ricercatore di Casa Sollievo della Sofferenza, tra i vincitori del bando di concorso Telethon 2014 per la ricerca sulle malattie genetiche rare. In Puglia sono stati finanziati 3 progetti di ricerca a Bari, Lecce e San Giovanni Rotondo, per complessivi 480.000 euro destinati a individuare cause, meccanismi di evoluzione e possibili strategie terapeutiche per alcune malattie genetiche rare. I progetti sono stati selezionati dalla Commissione medico scientifica di Telethon a seguito di un rigido processo di valutazione basato sul metodo del “peer-review”, letteralmente “revisione tra pari”, in grado di garantire rigore, trasparenza e oggettività. La commissione medico scientifica è composta da 32 scienziati provenienti da diversi Paesi nel mondo che si sono avvalsi, a garanzia di una maggiore efficacia nella valutazione di 326 revisori esterni, ricercatori provenienti da 26 nazioni.
Merla, grazie all’importante risultato raggiunto, collabora ad un progetto di ricerca con il Dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano che studierà le alterazioni genetiche di una malattia che comporta ritardi cognitivi, la sindrome di Williams-Beuren (WBS), di cui una delle caratteristiche è il tipico “viso di elfo” dei bambini che ne sono colpiti.