
Additando a modello don Milani e citando le parole da parroco di Cerignola del segretario generale della Cei, “i-Cattolici” hanno debuttato ieri l’altro nel pubblico incontro organizzato dal movimento politico “La Cicogna”, nell’aula consiliare. La lista a sostegno della candidatura a sindaco di Franco Metta per le amministrative del prossimo marzo comincia a prendere forma e mostra i volti della responsabilità dei laici. Salvatore Amato, Giuseppe Dibisceglia, Raffaella Petruzzelli dal tavolo del dibattito hanno parlato a nome degli altri componenti del comitato promotore che va infoltendosi, traducendo in una sorta di civismo cristiano il richiamo alla “missione del laico nella Chiesa”, contenuto negli appelli di Papa Francesco.
Il primo a esporsi, sei mesi fa, assumendosi in un primo momento l’incarico di portare avanti il progetto di sensibilizzare i cattolici alla partecipazione attiva in politica, è stato lo storico della chiesa Dibisceglia. E subito l’operazione è apparsa agli avversari politici, e a una critica fetta di opinione pubblica, come una precisa volontà della curia locale di entrare direttamente nelle vicende politico-amministrative della comunità. “È stata attaccata come la lista del vescovo dalla politica, non dall’opinione pubblica, ma il nostro è un progetto culturale attento ai bisogni della comunità che nasce dalla necessità per noi cattolici di esserci e partecipare, come già accade in altri schieramenti politici”, si difende a l’Immediato Amato. È cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e come Dibisceglia (addetto alle comunicazioni sociali), anche lui ricopre incarichi negli uffici diocesani (componente del collegio dei revisori). E questo alimenta la convinzione di una sostanziale continuità tra la svolta religiosa de “La Cicogna” e i vertici della chiesa locale, rafforzata da reciproche manifestazioni di affetto registrate da due anni a questa parte, fino all’omelia politica dell’8 settembre, che ancora oggi suscita reazioni di nervosismo nell’elettorato cattolico politicizzato.
Al nucleo originario interno al movimento, con il consigliere comunale Luigi Marinelli e Davide Pizzolo, si sono aggiunti, tra gli altri, Tommaso Dilorenzo, Gerardo Lastella, Mimma Albanese, Vito Famiglietti. “Siamo una quindicina di persone, al momento, nel comitato promotore, che hanno liberamente deciso di contribuire al cambiamento”. Il personale impegno di Amato, ha garantito, consiste nel mettere a disposizione la sua competenza da consulente aziendale. “Viviamo una grave situazione generale di dissesto dei comuni italiani. A mio parere, l’amministrazione comunale ne è uscita scoraggiata da questa situazione. Io, invece, la considero una sfida come tante che capitano nella mia professione. Vivo la situazione di imprese alla ricerca di finanziamenti per una nuova crescita. Per un’amministrazione di una città il sistema è lo stesso”. Per circa un decennio ha tenuto in mano le redini della filiale della Banca Popolare di Puglia e Basilicata e attualmente è responsabile finanziario presso l’agroindustria Cannone. Fino a qualche anno fa è stato il braccio destro della società per la riqualificazione energetica per edifici di culto che faceva capo a Gerardo Biancofiore. Tra teorie economiche di Griffin e Gesualdi e sfoderi di formazione giuridica, ha attirato l’attenzione della platea con proposte e accenni di linee programmatiche di un governo che mira al “bene comune”. “Dobbiamo superare una sfida e con pragmatismo ci si può riuscire, sfruttando i punti di forza a disposizione, che sono innanzitutto le risorse umane della coalizione del cambiamento. Noi siamo l’ultimo contributo alla competenza e alla qualità di questo movimento che già da sette anni si impegna sul territorio”. Capitale umano da un lato e risorse finanziarie dall’altro. Da intercettare riattivando le funzioni di quello che fu l’Ufficio Europa. Ricorso ai Boc comunali, ritorni economici nella gestione del ciclo dei rifiuti e assunzione del progetto di finanza a metodo unico per le opere da realizzare. Certificati online e tecnologizzazione della macchina amministrativa. Internet veloce per la zona industriale e base di logistica e trasporto per l’Interporto, snodo nevralgico per la sua posizione nel bel mezzo del Tavoliere, servito da caselli autostradali e in collegamento ai porti vicini. È il valore della condivisibilità dei beni, che sostituisce il valore del bene di scambio, la parola d’ordine per il cambiamento, innanzitutto, di visione della gestione della cosa pubblica, per lui. “Sono questi i termini chiave a fondamento del nostro vocabolario per l’attuazione della dottrina sociale della chiesa e dei principi del nostro movimento. Io ho a cuore, io ci credo, mi interesso è la traduzione del nostro motto, I Care, che sintetizza i nostri sentimenti sull’esempio dell’impegno di don Milani”. Sono anche i temi che hanno mitigato lo scivolamento in enunciati da catechismo.
“Inclusione e condivisione” sono invece le parole d’ordine per la professoressa Petruzzelli, che fa suo il monito di don Nunzio Galantino a “non usare le parole per farne gargarismi”. L’obbligo per i cattolici che si impegnano nella politica è “far valere i principi della dottrina sociale della chiesa”. Lo ha ricordato Lelio Pagliara, docente della Facoltà Teologica di Foggia, intervenendo all’incontro che ha visto la partecipazione di qualche priore di confraternita. Tra il pubblico incuriosisce il velo nero di una religiosa. “Ci piace il cambiamento. È bene che si mettano insieme le forze. I principi che ho sentito enunciare questa sera, sono quelli che il mio fondatore già praticava qui a Cerignola”, ammette la suora, in riferimento alla missione sacerdotale di don Antonio Palladino.
A svelare il senso dell’inchino al mondo cattolico, e al suo bacino elettorale, è Franco Metta. “Due anni fa la situazione politica era già chiara: da una parte c’era il centrodestra, costituito dalla giunta nelle sue nuove formazioni, dall’altra parte il centrosinistra che da grande partito si era trasformato nel comitato elettorale permanente per Elena Gentile, candidata a tutto. Noi avremmo potuto fare una scelta politica conservativa, eravamo già l’unica opposizione politica riconosciuta in città, ma abbiamo lanciato il progetto politico del Rinascimento per Cerignola, perché, grazie a una classe dirigente fatta di uomini e donne appassionati e disinteressati, ho potuto guidare il movimento non alla posizione di conservazione per vincere, ma di apertura per amministrare”.
Nella stessa serata il movimento dei cattolici ha inaugurato la propria sede in via Saffi, mentre già da alcune settimane è cominciato il battage dei singoli candidati consiglieri che sfoggiano manifesti elettorali e inaugurano comitati personali.