Guglielmo Minervini non si sottrae alle domande. La politica si affronta, ma non troppo. O meglio, si passano in rassegna questi dieci anni di governo regionale. Dalle primavere finite allo sfascio della sanità “per colpa di Vendola”, come ha detto Emiliano in questi giorni. Tra una concezione basata “solo sugli ospedali e la necessità di una gamma flessibile di servizi che aiutino le persone dove vivono”.
Il pubblico. Arena: “Clownterapia: non solo volontari”
Apulia Felix, l’associazione presieduta da Giuliano Volpe, inaugura la serie di incontri con i candidati alla primarie. Nell’auditorium di Santa Chiara arrivano molti dei ragazzi che in questi anni hanno lavorato con ‘Principi attivi’ e ‘Bollenti Spiriti’, sono praticamente il suo pubblico con qualche altro nome. C’è Massimiliano Arena, l’avvocato esperto di minori che da tempo ha scelto di votare per l’ex sindaco di Molfetta. Chiede alcuni supporti per il Gino Lisa, sulla possibilità che il medico prescriva “non un farmaco ma una palestra convenzionata con l’Asl come succede in Emilia”, ricorda che è “assurda una clownterapia appannaggio del volontariato quando costa molto meno di un dirigente”. Siamo nella fase del dibattito.
In sala anche Domenico La Marca del centro Baobab, Saverio Russo, presidente della fondazione Banca del Monte e Pino Marasco, ex presidente di Ataf, molto critico con Elena Gentile: “Ad un certo punto ha scelto diversamente rispetto a Minervini”. Volpe non ha ancora deciso, e se ha deciso non lo dice e non si espone. Prima vicinissimo a Vendola, poi una fase di distacco quando non venne candidato alle ultime politiche, oggi, a proposito del suo schieramento, dice: “Solo Sgarbi è convinto che io sia in quota Sel”.
C’erano una volta le fabbriche di Nichi
Minervini dal palco affronta le tematiche dell’economia e dell’imprenditoria regionale anche alla luce delle esperienze fatte con le associazioni giovanili. Esalta i nostri punti di forza, la fabbrica della plastica di Lucera e la Lotras, vorrebbe trasformare Monte Sant’Angelo in un sorta di Santiago de Compostela ed è convinto che bisogna ripartire “dalle eccellenze”, né dà troppo peso alla questione aeroporto ritenendo più importante il trasporto su rotaia. Soprattutto crede che il decennio inaugurato da Vendola “sia finito, crollato”. Non addossa tutta la croce al governatore sulla sanità, per esempio, non si mostra velenoso come Emiliano in questi giorni, né Minervini, del resto, ha risparmiato al suo avversario segretario regionale fendenti, e altri ne ha in programma, questa volta sotto forma di libello.
Libello contro Emiliano in preparazione
Anticipa che si pubblicherà la ‘Puglia delle cozze’, ogni “cozza è un accordo stretto da Emiliano in questi mesi”, quelli per cui “si dovranno pagare le cambiali”. Minervini però preferisce non fare nomi ma di mezzo ci sarebbero anche pezzi di centrodestra. Si discute di rappresentanza, tanto messa in discussione da Renzi e si illustrano le costellazioni del centrosinistra proiettato verso le primarie. L’assessore se la prende con la “militarizzazione delle fabbriche di Nichi che dovevano allargare gli orizzonti politici: quando gli hanno detto di diventare l’esercito di campagna elettorale, cambiando le regole di ingaggio, allora quel progetto è fallito”. Crede nella rappresentanza che non sia solo il sindacato ma una serie di altre vie di dialogo e partecipazione. Circa la classe dirigente del Pd locale, che nel frangente è rimasta a casa, la definisce “la più rissosa e la più tribale”. Ignorava che il candidato sindaco Marasco venisse “dall’alleanza del mattone”, lui che va organizzando incontri con imprenditori di tutti i settori. “Non ho messo piede a Foggia in quel periodo”. Ieri sera invece c’era, ma lui “parla ai pugliesi” senza quelle che definisce “truppe cammellate dei tesserati”.