
“Pronti a sospenderci dal PD se Procacci non rimetterà il suo incarico e se Emiliano, da segretario regionale, non sia lì a pretendere le sue dimissioni da coordinatore della segreteria”. A dichiararlo, il candidato alle primarie del centrosinistra pugliese per le prossime Regionali, Guglielmo Minervini, dopo l’inchiesta sugli scandali che riguardano i concorsi all’Università di Bari, nell’ambito della quale è stata rilevata una intercettazione che riguarda Giovanni Procacci, ex europarlamentare e senatore.
“I fessi – ha scritto Minervini sui social -. È evidente che i fessi siamo noi che abbiamo educato i figli sostenendo che nella vita si cammina in piedi. E che contano la fatica, l’impegno, il merito, l’onestà. E che solo quando ti conquisti un risultato con le tue forze, allora senti il profumo della libertà. È evidente che il fesso sono io. Dieci anni assessore regionale, nientepopodimeno, e una figlia a Milano ancora a sbattersi in giro, con tutte le sue energie, per cercare uno stage non retribuito, dopo un lavoro precario in condizioni da sfruttamento. In fondo, come ci ricorda Procacci, se sei un ‘politico’ di punta basta una telefonata all’amico barone, et voilà, dottorato vinto per tuo figlio, primo passo di una carriera luminosa spianata in forza di un cognome che sfonda i traguardi come un ariete. Con buona pace di chi quel posto lo meritava davvero, ma essendo privo del supporto di una buona famiglia, si è visto sorpassato a destra: gli auguriamo, davvero di cuore, migliore successo. Quelle intercettazioni tra l’accademico e il coordinatore della segreteria regionale del PD, l’uomo più vicino di Michele Emiliano, sono una ferita profonda”.
Il caso ha scosso il centrosinistra pugliese in questi giorni. Fino alla replica del diretto interessato: “Caro Guglielmo, non pensavo che arrivassi a tanto, strumentalizzando una vicenda che non mi vede minimamente coinvolto né sul piano giudiziario né su altri piani, semplicemente perché non sono assolutamente intervenuto nella vicenda. È possibile che un figlio di persona nota sia capace e meritevole? O per forza i suoi traguardi sono dovuti all’influenza dei genitori? Anche un altro mio figlio sta facendo concorsi e andrà lontano, come è già avvenuto in passato”. Poi prosegue: “Se su ciò che riporta la stampa ci fosse stato un intervento dopo sei anni la magistratura non avrebbe indagato su di me? Non ricopro ruoli istituzionali, e nel partito coordino la segreteria. Non esiterei un attimo a dimettermi se questo non dimostrasse una mia qualche colpevolezza. Hai scritto la tua nota dimenticando che la mia vita pubblica è stata sempre esemplare. Non sono mai stato sfiorato da nessuna ombra. Non hai esitato a cancellare anni di amicizia e di stima reciproca, per lucrare un po’ di consenso in occasione delle primarie, toccando ciò che di più caro ciascuno di noi ha: i figli! E questo solo perché io sostengo Emiliano, dopo aver cercato di coinvolgerti in un progetto comune di partito, avendo avuto sempre tanta stima di te. In un momento di così grande sofferenza per un eccesso mediatico gratuito, per non essere minimamente indagato, tu colpisci un amico senza che ci sia una verità acclarata, solo per colpire il tuo avversario Emiliano. Dove è finita la tua correttezza morale, la tua coscienza, la tua umanità? Non hai giustamente chiesto di dimettersi a persone a te vicine ogni giorno che sono indagate e forse saranno rinviate a giudizio, lo chiedi a me che non sono neppure sfiorato da coinvolgimenti giudiziari? E che non ricopro incarichi di rilievo. Chiediti nella tua coscienza – conclude -: ‘Avresti agito così se non ci fossero state le primarie e io non avessi sostenuto Emiliano?'”.