Riccardi VS Manfrini, la sfida infinita per l’ospedale di Manfredonia. Il sindaco: “Chiuso a vantaggio di Cerignola”

È guerra aperta tra il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi ed il direttore generale dell’Asl Attilio Manfrini. Il nuovo atto aziendale dell’Azienda di Piazza della Libertà è il nuovo terreno di scontro, dopo le polemiche per il declassamento dell’ospedale San Camillo de Lellis.

È guerra aperta tra il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi ed il direttore generale dell’Asl Attilio Manfrini. Il nuovo atto aziendale dell’Azienda di Piazza della Libertà è il nuovo terreno di scontro, dopo le polemiche per il declassamento dell’ospedale San Camillo de Lellis. Con una missiva, indirizzata anche alla conferenza dei sindaci presieduta da Franco Landella e all’assessore regionale alle Politiche della salute Donato Pentassuglia, Riccardi denuncia l’ennesima “discriminazione”.  “La direzione generale dell’Asl – scrive Riccardi – ha proceduto all’adozione dell’atto aziendale con la delibera numero 1159 del 3 ottobre 2014. L’atto, che fa riferimento ad una delibera del 2012 approvata dall’ex dg Ruggiero Castrignanò, ha subito delle modifiche. La questione non è da poco, visto che la conferenza dei sindaci aveva espresso il proprio parere su quel documento. Il nuovo documento dell’ingegner Manfrini, invece, modifica in più parti il Piano attuativo locale senza che sia stato richiesto nuovamente il parere dei sindaci: si tratta di una modifica radicale, che comporta la totale vanificazione del processo partecipativo voluto dalla legislazione regionale di settore. Il sottoscritto, in rappresentanza degli interessi legittimi delle popolazioni ricomprese nel distretto sanitario di Manfredonia, Monte S. Angelo, Mattinata e Zapponeta, avrebbe certamente ‘dato battaglia’ votando, senza dubbio, contro”.

Secondo Riccardi, il nuovo atto aziendale si fonda su una palese discriminazione della politica sanitaria nei confronti dei bisogni di salute di alcune popolazioni a vantaggio di altre, su una drastica, programmata, futura riduzione della qualità e della quantità delle prestazioni dell’ospedale di Manfredonia e delle strutture e dei servizi sanitari dei Comuni di Monte S. Angelo, Mattinata e Zapponeta. “Bastano alcuni dati, scandalosi per la loro eloquenza – sottolinea il sindaco -. Su 34 strutture complesse (cioè primari) previste per gli ospedali appena 6 sono attribuite all’ospedale di Manfredonia, nessuna per l’ospedale di Lucera, mentre sono assegnate 14 all’Ospedale di Cerignola e 14 all’Ospedale di San Severo. La struttura sanitaria di Monte S. Angelo, da trasformare in Casa della salute secondo l’accordo sottoscritto con la Regione, è semplicemente dimenticata e abbandonata a se stessa”.

Lo stesso si potrebbe dire del servizio di emergenza-urgenza (pronto soccorso) del nosocomio, “che serve un bacino di oltre 100 mila abitanti che aumentano notevolmente durante il periodo estivo, ma che è stato declassato a semplice Punto di primo intervento”. “Anche i servizi di Radiologia, di Anestesia e Rianimazione e di Laboratorio Analisi del nostro ospedale sono privati dei primari – precisa Riccardi -, mentre le strutture complesse vengono assicurate soltanto agli Ospedali di Cerignola e San Severo. Nel Distretto di Manfredonia, Monte S. Angelo, Mattinata e Zapponeta sussiste la struttura riabilitativa ospedaliera con il maggior numero di posti-letto (14) rispetto agli 8 posti-letto di San Severo. Ad essa sono aggregati ulteriori 12 posti-letto di lungodegenza. Senza alcuna logica e il minimo buon senso attribuisce a Manfredonia la struttura semplice e ai Centri di riabilitazione di San Severo quella complessa. Qual è la soluzione organizzativa che adotta l’ingegner Manfrini?”. Per tutte queste ragioni, Riccardi chiede al direttore generale di “ritirate immediatamente l’atto”: “Se non accadrà – conclude – servirà interpellare direttamente l’assessore regionale al Welfare Pentassuglia”.