Tempi ancora lunghi per l’inizio dei lavori sul dissesto idrogeologico a Marina di Lesina. Un ricorso della ditta che è arrivata al secondo posto per l’aggiudicazione della gara d’appalto, indetta dal Genio civile, tiene sospesa la partenza. La ditta vincitrice al momento è Rotice- Di Carlo- Ottoerre, il ricorrente al Tar si chiama Rotice ed è fratello del primo. Si tratta di gestire la prima fetta di finanziamenti del Cipe per la mitigazione del dissesto idrogeologico nel centro balneare, 13 milioni di euro.
Una questione decennale quella del canale Acquarotta e del dissesto a Lesina Marina che, ad un certo punto della sua lunga storia, ha previsto ordinanze di sgombero per le abitazioni limitrofe alla “zona rossa”, quella a rischio. Si trattava di 16 condomini. Dato che i tempi per le ordinanze sono scaduti- né si poteva tenere fuori dalla proprie abitazioni i proprietari per cinque anni- le ordinanze sono state revocate. Ora la questione è in mano al Genio civile e al tecnico Lucia Di Lauro. Qualche giorno fa ha inviato una lettera al comune di Lesina segnalando che i tempi per i lavori potrebbero essere lunghi. Il ricorso della ditta Rotice è al Consiglio di Stato.
In ogni caso, dato che il progetto dovrà comunque tornare al genio civile per la definitiva approvazione, qualcosa si muove. Giovedì è prevista una conferenza di servizi presso la sede del Genio civile fra tutte le autorità interessate, comune di Lesina, Parco del Gargano, Autorità di bacino, Forestale. Si dovrà esaminare dal punto di vista tecnico il progetto dei lavori che è stato aggiudicato alla ditta Rotice, il Comune di Lesina dovrà dare le autorizzazioni insieme agli altri soggetti presenti. “I rilievi sono pronti”, assicura Michela De Salvia, consulente del comune di Lesina per la mitigazione del rischio idrogeologico.
E’ passato un anno e mezzo dall’approvazione del progetto che prevede la “sconnessione idraulica del canale Acquarotta”. Saranno rifatti anche i ponti metallici a ridosso del canale. Le Pietre Nere, un complesso roccioso geologicamente raro, una scogliera di origine vulcanica che è diventato, negli anni, sito naturalistico privilegiato, rientra fra gli interventi prioritari. Si tratta di una zona molto vulnerabile perché c’è una faglia della crosta terrestre , così si leggeva nel progetto del 2011. L’allarme per il rischio della zona aveva spinto l’assessore regionale Amati, sempre nel 2011, a chiedere di “delocalizzare con l’aiuto dello Stato”. Fece sua una proposta arrivata qualche mese prima dall’Autorità di Bacino.
Cos’è successo dopo? La Regione Puglia con l’assessore al bilancio Leo Di Gioia ha stanziato altri 3 milioni di euro destinati ai condomini danneggiati dal dissesto. Sono stati sottoposti a monitoraggio con mezzi tecnici sofisticati e poi passati al vaglio dell’Autorità di bacino che non ha indetto gare non avendo gli strumenti per farlo. Dunque, dopo l’ennesimo progetto preliminare dell’Adb, si è passati al Genio civile. Si è arrivato a 22 milioni di euro da gestire.