Il candidato sindaco di centrodestra Leonardo Lallo, che è stato trainato da una compatta coalizione il 25 maggio, ha da poco inserito nel suo programma l’adesione alla stazione unica appaltante per la Provincia di Foggia, oltre a essersi espresso su cultura e sviluppo: “Si porranno in essere azioni tese a prevenire fenomeni corruttivi, a promuovere l’integrità del personale, amministrativo e non, e a sottoporre al controllo diffuso ogni fase della performance di governo della cosa pubblica. Il processo di controllo affidato alla Prefettura è finalizzato al contrasto di infiltrazioni di qualsiasi natura negli appalti pubblici”.
Nel programma dell’avvocato, ex assessore della Provincia, sono riportate anche le ambizioni di un paese dell’Alto Tavoliere che vuol riprendersi il suo ruolo nel terziario avanzato e la sua vocazione agricola, oltre che lo sviluppo: “Dobbiamo agganciare la ripresa non lasciando indietro i giovani tra i 16 e 22 anni. Dobbiamo aprire un tavolo di concertazione per studiare una strategia per i nostri settori di punta, dobbiamo ridare speranza e ricchezza a San Severo”. Qui come altrove ci sono aree di insediamento industriale e artigianale infrastrutturate con lentezza, bloccate nel decollo dalle pastoie burocratiche, coperte di erbacce e che necessitano di manutenzione. Tutte attenzionate in campagna elettorale.
Il quadro delle alleanze
I videomessaggi sulla sua pagina facebook ‘Lallo sindaco’ sono lo strumento che il candidato di centrodestra a San Severo sta usando più degli altri. Al ballottaggio contro Miglio avendo riportato due punti in più (23,5%), sarà sostenuto dalle liste di Giuliano Giuliani. I cinque stelle (al 7,2%, potrebbe scattare un seggio se vince Lallo per un gioco di percentuali) non faranno accordi con nessuno, né daranno indicazioni di voto ai loro elettori. “Nessuna delle due coalizioni- scrivono- rappresenta un cambiamento, visti i legami con i soliti e vecchi pessimi attori degli ultimi decenni di antipolitica sanseverese”.
La lista di Maria Anna Bocola, di centro (oltre il 18%) ha preso posizione per Miglio anche se dalla coalizione di Lallo ritengono che in questo blocco possano esserci pezzi non rispondenti ad un elettorato di centrosinistra. Le altre liste minori avrebbero dato libertà di voto per l’8 giugno. Nel Pd, com’è noto, continua la spaccatura: i vertici regionali e provinciali a sostegno di Miglio, la base in rivolta contro la sottrazione di autonomia e decisi all’ “equidistanza”.
Giuliano Giuliani (Destre Unite): “Vincerà il volto pulito di Lallo”
Tra i consiglieri che verrebbero eletti comunque in consiglio comunale c’è Rosa Caposiena, figlia del consigliere uscente Fernando Caposiena, tra i più fieri difensori dell’ex sindaco Savino, deposto dalla sua stessa maggioranza. Qualche giorno fa, esortando gli avversari ad abbassare i toni, ha tessuto le lodi dell’ex amministrazione: “Abbiamo già dimostrato di avere le capacità necessarie per attrarre sul territorio milioni di finanziamenti europei ed è sotto gli occhi di tutti ciò che il progetto di rigenerazione urbana è stato capace di attuare cambiando in meglio la città”.
Giuliano Giuliani, a capo di Destre Unite e di un’altra civica, si è schierato apertamente con la sua coalizione di riferimento. “Con Lallo vince chi, nonostante i tempi difficili, si batterà per trasformare la speranza in bella certezza”. Altri pensieri più direttamente tratti dalla cronaca: “Sul Viale della villa (luogo di comizi, ndr) il trio Miglio- Damone padre e figlio, con un linguaggio d’altri tempi, fanno precipitare la città in un clima di divisioni, rancori, odio. Non c’è che dire: San Severo conoscerà tempi migliori, l’amore vincerà sull’odio e avrà il volto pulito e rassicurante del dr. Leonardo Lallo”. A parte l’indiscutibile eco berlusconiana, in effetti il clima a S. Severo è di forte tensione.
Antidamoniani a destra e sinistra
Gianni Alemanno è tornato in comizio a sostenere l’avvocato di centrodestra mentre il nucleo di Fdi, dopo la delusione del risultato elettorale, riflette su cosa non sia andato nell’intera provincia. In ogni caso è la polemica a sinistra che polarizza l’attenzione. Non potrebbe essere altrimenti visto che durante il comizio di Piemontese e Miglio dell’altra sera (Emiliano è arrivato sul palco alle 23.30), un gazebo della base del Pd, a pochi metri di distanza, incitava col megafono a non votare il leader di Bene Comune. L’azione di disturbo, rafforzata da fischi, urla e volantini “anti”, disturbava lo svolgersi dell’attigua manifestazione.
Sulla paradossale vicenda è intervenuto su facebook l’ex assessore della giunta Savino, Primiano Calvo: “Nel corso del comizio di Miglio, abbiamo assistito ad uno spettacolo di politica davvero pietoso. Il Pd è ormai ostaggio delle gerarchie politiche, gioca al “mercante in fiera” per vincere il piatto più ricco. I fischi contro Miglio & Co sono l’emblema di una parte della sinistra che si ribella al gioco al massacro del barese Emiliano e del foggiano Piemontese. Non è più una campagna elettorale per le amministrative, questo è il gioco Risiko per Miglio/Damone. Obiettivo: annientare il nemico di destra, sinistra e centro”. Che si sia creata una sorta di antidamonismo nella città dove da anni Cecchino e suo figlio detengono un potere di rilievo è indubbio, un potere traghettato dall’area fittiana a quella di centrosinistra quasi integro. Circolano volantini ironici. In una vignetta Lallo accanto a Savino, con intestazione “appello al voto utile,” esorta: “Fidatevi di me” e Savino, in fascia tricolore, risponde: “E farete la mia stessa fine”. Fuoco amico del centrodestra lo fece dimettere.
Cecchino Damone emerge invece da un grande contenitore sullo sfondo, quasi fosse Aladino ma senza lampada. In primo piano l’avvertenza: “Attenti, dentro Miglio c’è il “vecchio” Damone”.