Ormai lo sanno pure i muri, al primo turno delle amministrative foggiane ha vinto Franco Landella, candidato del centrodestra. Percentuale: 32,41%. Segue il candidato di centrosinistra, Augusto Marasco con il 29,89%. Tra i due c’è una distanza di poco più di 2000 voti e ogni discorso è rinviato al ballottaggio tra due settimane. Non sfonda Leo Di Gioia che si è fermato al 18,54% con 15493 voti. Buon risultato per Luigi Miranda. Male il Movimento 5 Stelle e Lucia Lambresa. Oggi però, è il giorno dei candidati al ruolo di consigliere comunale. Abbiamo individuato i top, i flop, le sorprese dell’ultim’ora e i “trombati” eccellenti.
Facce nuove e grandi sorprese
Di novità nel prossimo consiglio comunale ce ne saranno, eccome. A cominciare da alcuni volti nuovi che si sono attestati nella rispettabilissima fascia 800-900 voti (qualcuno ancora di più). Nel Partito Democratico (primo per voti in lista), seppur in flessione rispetto alla precedente tornata, dopo Sergio Clemente e Pasquale Russo si piazza Alfonso De Pellegrino (841), ex presidente di Amgas Blu e commissario straordinario dell’Ipab “Istituto dell’Addolorata”, che ha distanziato di 20 voti Italo Pontone. Sono loro i “certi”, mentre in caso di vittoria scatterebbero altri quattro posti (Arena, Azzarone, Salatto, Dell’Aquila). In questo caso, le altre “sorprese” sarebbero l’avvocato Massimiliano Arena (garante dei diritti dei minori) e Lia Azzarone, da sempre impegnata nella tutela delle pari opportunità e delle quote rosa. Entrambi si piazzano poco sotto la soglia dei quattro sicuri, con 754 e 653 voti rispettivamente: scatterebbero solo in caso di vittoria del centrosinistra.
Sempre con il candidato sindaco Augusto Marasco, la lista “Unione di Centro” fa registrare il successo del sindacalista Massimiliano Di Fonso (868), secondo solo a Leonardo Iaccarino (1072). Il segretario dell’Usppi ha portato avanti la sua campagna elettorale facendo leva sulle periferie, senza sottovalutare il tema di interesse principale: la questione lavoro al Don Uva, dopo le ultime vicende sulla sottoscrizione del contratto di solidarietà per evitare il collasso dell’ente. In caso di vittoria di Landella al ballottaggio, Di Fonso rischierebbe la beffa: fuori dal Consiglio con quasi 900 voti.
A spiazzare proprio tutti, andando oltre le previsioni della vigilia, ci pensa Luigi Buonarota (1499 voti), nella lista “Lavoro e libertà”. Impiegato tecnico dell’Alenia di Foggia, non ha mai perso la passione dello studio, al punto da conseguire la laurea in Lettere e Filosofia all’Università di Foggia. Exploit nella lista Ncd per Ilaria Mari (762), risultato prevedibile per la rappresentante degli “innovatori” del partito che ha sostenuto la candidatura di Massimo Cassano alle Europee.
I (possibili) “trombati” eccellenti
Il grande oppositore di Gianni Mongelli non ce l’ha fatta. Bruno Longo, salvo ballottaggio, potrebbe rientrare tra i “trombati eccellenti” di queste amministrative. Candidato nella lista “Destre Unite”, Longo ha portato a casa 645 voti, troppo pochi per sperare di rientrare in Consiglio Comunale. Per anni ha tuonato contro il gruppo dirigente a Palazzo di Città, “il più inquisito d’Italia”. Dure le sue battaglie ai “poteri forti”, Bruno Longo non ha mai risparmiato bordate alla giunta, alla tecnostruttura e alla maggioranza: “Questi diavoli che promettono posti e case”. Non si può certo dire che Longo sia stato con le mani in mano negli ultimi cinque anni in Corso Garibaldi ma l’ala protettiva di Agostinacchio ha finito i suoi effetti e il buon Bruno non ha sfondato come cinque anni fa.
L’altro possibile grande “trombato” è Emilio Piarullo. Negli ultimi anni si è fatto notare più per gli episodi di cronaca che per il suo impegno politico. Prima l’aggressione da parte di un ex dipendente Smail poi il giallo sulla sua Audi A5 incendiata in via D’Addedda. L’ormai ex capogruppo del Psi esce con le ossa rotte dalle ultime amministrative (448 voti). Giunge infatti solo quarto nella lista Psi, praticamente doppiato da Saverio Cassitti, quest’ultimo in testa alla graduatoria.
E poi c’è lui, il mitico Francesco detto “Ciccio” D’Emilio. Dopo tre legislature vissute in prima persona da consigliere comunale, D’Emilio aveva deciso di affrontare anche la difficile sfida delle amministrative del 25 maggio. “Una scelta – spiegava – dettata dalla passione sincera per la politica e, soprattutto, dall’intima volontà di continuare a profondere il mio impegno per la crescita di Foggia, la mia città, coerentemente con le mie idee politiche moderate, da sempre votate al centro-destra, al fianco del candidato sindaco Franco Landella”. D’Emilio ci ha riprovato sotto la bandiera di Ncd finendo appena sesto con 527 voti, troppo pochi per centrare la quarta legislatura.
“Segato” pure Federico Iuppa, per breve tempo vicesindaco nell’era Mongelli ma anche assessore al Suap e qualità amministrativa. Iuppa mollò il partito dopo gli attacchi dell’ex assessore al bilancio, Angelo Benvenuto al sindaco Mongelli. I dissapori con il suo collega socialista lo portarono alla sofferta decisione di fuoriuscire dalla giunta. Per lui 361 voti e quinto posto nella lista “Lavoro e Libertà”.
