Sarà duello fra Tutolo e Bizzarri il ballottaggio a Lucera. La civica, con un sorprendente 42,6%, ha trascinato il centrosinistra al secondo turno staccandolo di oltre 16 punti. Chiaro anche il quid dei leader dai numeri. Tutolo 1000 in più delle sei liste a suo sostegno (i Democratici per Lucera, con gli ex piddini già dimessisi ma “cacciati” ufficialmente, raggiungono quasi il 6%). Nemmeno l’ascendente di Sgarbi e il cartello di partiti “argine” contro la furia del candidato avversario sono riusciti a moderare il risultato. Bizzarri, voluto da una serie trasversale di partiti, dal centrodestra al centrosinistra, e benedetto da un partecipato incontro con Emiliano, non ha dato alle formazioni tradizionali ciò che si aspettavano: lo slancio per riprendersi Lucera al primo turno, in mano al centrodestra da cinque anni. Quella di Dotoli fu una vittoria netta senza supplementari. Ma il partito di Tutolo non aveva questi numeri, allora.
Sono scesi in campo i big locali, Giuseppe Labbate in primis insieme a pezzi significativi della sinistra ex Ds, ora Democratici per Emiliano, oltre che il nucleo numerico e organizzativo del Pd. Ma il messaggio di Tutolo, così dirompente nella sua oratoria di piazza e anche irridente verso la “vecchia” classe politica, ha avuto la meglio. Si diceva che qualcosa al loro interno si fosse incrinato data la scelta già fatta degli assessori in caso di governo e che la presenza di ex piddini, mescolata ad altri di provenienza diversa, avesse annacquato l’originale purezza di cui tanto si vantavano Tutolo e company. Dai risultati, evidentemente, non è stato così. Un partito formatosi nelle piazza e cresciuto negli anni portando in consiglio i suoi esponenti, ha avuto un vero e proprio exploit.
La Lucera paludata nei suoi assetti di sempre, ha trovato sulla sua strada uno scoglio che manco immaginava, o forse sì, vista la coalizione di “salvezza” cittadina che è stata allestita. Molto apprezzato Bizzarri a livello personale, un “miracolo rivoluzionario”, secondo l’ex sindaco barese Emiliano non in grado, almeno finora, di compiere questo miracolo.
Del resto nessuno poteva aspettarsi una vittoria al primo turno. I giorni del ballottaggio si preannunciano infuocati. Se il centrodestra di Pasquale Dotoli è arrivato al 20% con Fi, Ncd e lista Schittulli, e con pochissimo clamore e polemiche, come si sapesse già che la guerra si combatteva altrove (lontani per tutti quei numeri da capogiro al primo turno, 64% cinque anni fa), si segnala il 6,3% di Montagano con ‘Lista civica-Amo Lucera’.
L’imprenditore ha promesso posti di lavoro, organizzato feste scintillanti, annunciato che il paese tornerà addirittura agli splendori imperiali, nel senso che sarà “una nuova città di Federico”. Ora, dopo i grandi partiti, è la sua lista quella che potrebbe meglio pensare a un apparentamento. Fratelli d’Italia, con candidato Giuseppe Massenzio, si ferma a uno zero e tot per cento: è uno dei pochi paesi in cui il partito della Meloni ha scelto di correre da solo. I Cinque stelle di Graziano Cecere superano di poco la sinistra di Vendola (2,27% contro 1,29) rappresentata da Michele Lunetta.