E’ morto Emilio Riva, il patron dell’Ilva. Aveva 88 anni. Il decesso è avvenuto nella sua villa di Malnate (Varese). Il ‘ragiunatt’ – come amava farsi indicare, anche se di recente aveva ricevuto una laurea ad honorem in ingegneria – aveva cominciato da raccoglitore di rottami di ferro, per poi diventare negli anni del boom economico un vero e proprio imprenditore dell’acciaio nel nord dell’Italia ed anche all’estero, con numerosi stabilimenti produttivi. Fino ad acquisire negli anni Novanta, grazie a una forte e immediata solvibilità, il controllo dell’Ilva, cioè della siderurgia di Stato. Riva era coinvolto in prima persona nelle inchieste degli ultimi due anni sulla materia ambientale da parte della magistratura di Taranto, che aveva disposto anche il suo arresto e la detenzione ai domiciliari, provvedimenti poi venuti meno nel tempo. Provvedimenti restrittivi che avevano coinvolto anche i due figli, Nicola e Fabio, quest’ultimo ha trovato riparo a Londra e nei suoi confronti è in atto una procedura di estradizione. Le inchieste, tuttora in piedi, coinvolgono anche diversi dirigenti aziendali dell’Ilva di Taranto e alcuni consulenti del gruppo siderurgico, che dal giugno 2013 è commissariato e alla cui conduzione c’è Enrico Bondi.