L’icona sacra della patrona di Cerignola è stata condotta in processione a Canosa di Puglia nella domenica appena trascorsa. In occasione dei festeggiamenti in onore di Maria SS.ma della Fonte, accanto al calendario degli appuntamenti religiosi, quest’anno si è inteso organizzare una serie di eventi legati alla rievocazione della leggenda del ritrovamento del quadro della Madonna di Ripalta, patrona di Cerignola, ad opera del Comitato Feste Patronali Canosa di Puglia, Pro Loco Cerignola, della Fondazione Archeologica Canosina, con la partecipazione delle associazioni “Passione Vivente Canosa”, “Cerignola Nostra” e “Team Eventi 33”, con il patrocinio della Provincia Barletta Andria Trani, dei Comuni di Cerignola e Canosa. Con la celebrazione eucaristica domenicale è stata accolta l’icona della Madonna di Ripalta nella Cattedrale di San Sabino, mentre con la sfilata dei figuranti in abiti d’epoca si è celebrata la prima edizione del Palio che da qualche anno si svolge a Cerignola, su iniziativa dell’amministrazione comunale. Ieri, poi, c’è stata la proiezione del filmato “Ripalta dell’Ofanto” di Roberto Cipriani e Tony Occhiello, Giuseppe Patruno. Eventi scaturiti dal “gemellaggio devozionale” fra i due comuni bagnati dal fiume Ofanto e stretto in occasione della festa patronale settembrina cerignolana, come ricorda a l’Immediato Giuseppe Patruno, presidente dell’associazione “Cerignola Nostra” e principale fautore dell’interscambio culturale intriso di fede e folclore.
“Quattro anni fa in accordo con Saverio Luisi, responsabile della Passione vivente di Canosa -racconta Patruno-, nacque l’idea di collaborare al progetto del Palio della Madonna di Ripalta, la rievocazione storica del ritrovamento del quadro e la disputa tra le due città avvenuta nel 1972. Quest’anno si è pensato di consegnare la riproduzione dell’icona utilizzata per la disputa che organizziamo a Cerignola alla città di Canosa, e l’arciprete della Cattedrale ci ha spalancato le porte. Quest’anno per la loro icona, la Madonna della Fonte, era all’estero per gli immigrati canosini, così in pochissimo tempo don Felice ha deciso di fare la Festa della Misericordia con l’icona ripaltina. Questo è avvenuto”. Sarà suggellato da una cerimonia in programma nei prossimi giorni l’atto di donazione “con la riserva che quando facciamo la rievocazione il 7 settembre -precisa il presidente Patruno-, la stessa icona ritorna a Cerignola”. Il fine è in sintonia con lo spirito del gemellaggio devozionale, promosso anche in chiave turistico-religiosa. “Abbiamo un museo fantastico dei vescovi a Canosa e di prossima apertura è quello multimediale di Cerignola. Se non partiamo dal presupposto del turismo possibile, religioso, come per Taranto è la settimana santa, rimaniamo tagliati fuori. Il turismo è una grossa risorsa. Abbiamo bisogno di far vetrina e sistema”.
È al segmento religioso e culturale (immaginando opportunità che sono già fruibili attraverso il progetto regionale “Patroni di Puglia”) che fa riferimento Patruno. Fu lui a fondare l’associazione “La Cicogna” di Torino, che raccoglie gli emigrati cerignolani in Piemonte, uniti dal culto ripaltino. All’epoca era manager di un’azienda metalmeccanica e coltivava a distanza la sua passione per la storia locale. Casualmente, in un piazza, scorse la figura della Madonna di Ripalta, in un’edicola. “Il culto era vivo già nei primi anni Cinquanta -racconta-, ma c’era molto razzismo, e i piemontesi non gradivano che fosse venerata in chiesa la nostra icona, così si tenevano in quella piazza le celebrazioni. Poi contattai don Luigi Marinelli, che a Roma aveva istituito il culto ripaltino e mi fece conoscere un diacono del nord America che studiava a Roma, artista e conoscitore dell’arte bizantina e pattuimmo di realizzare quest’icona a Torino”. Benedetta dall’allora vescovo della Di Lieto, che “raccomandando i figlioli di Cerignola” al sacerdote della parrocchia della Pace vinse le iniziali resistenze. Si ottenne anche la dedicazione della piazza, che si chiama appunto piazzetta Cerignola “e da allora, ancora oggi -prosegue Patruno, con un pizzico d’orgoglio- si fa questa festa, che quest’anno ricorre l’8 giugno”.
Nel 1985, Patruno ha fatto ritorno a Cerignola, e a rappresentare i cerignolani devoti trapiantati a Torino è oggi Berardino Gigantiello. Ogni anno, fa ritorno a casa, in occasione della festa patronale e dei pellegrinaggi di andata e ritorno dall’icona dal santuario sull’Ofanto alla Cattedrale. Per onorare la Mamma di Cerignola che chiama a raccolta anche gli emigrati devoti di Roma e Milano. Anche lì si celebrano gli appuntamenti religiosi legati al culto ripaltino, ma è a Torino che si conta il gruppo più numeroso. “Basti pensare che all’inizio eravamo 35mila cerignolani emigrati -osserva Gigantiello, adesso siamo introno agli 8mila. È dal 1947 che si fa la processione, sentita da tutti i cerignolani e non, compresi gli africani che si sono avvicinati al nostro culto della Madonna di Ripalta. Facciamo le celebrazioni identiche a Cerignola, con qualche pizzico in più di fede, senza voglia di mettersi in mostra. Anche le nostre tradizioni popolari e piatti tipici abbiamo trapiantato a Torino”.
Una devozione al sentimento delle radici che si propaga attraverso i suoi cultori, arrivando fino in Brasile. Si ritrova traccia del culto ripaltino persino in una parrocchia di San Paolo. Spulciando in rete Giovanni Montingelli, anche lui appassionato di storia locale e devoto alla patrona (che nelle vesti di priore dell’Arciconfraternita dell’Assunta, scorta nel suo pellegrinaggio annuale) ha trovato “straordinario leggere da un sito di una parrocchia di San Paolo del Brasile (http://www.achiropita.org.br/a-paroquia/nossos-santos/nossa-senhora-da-ripalta, ndr) della devozione alla Madonna di Ripalta”, riferisce a l’Immediato. “Fu una famiglia di emigrati cerignolani a portare lì la devozione. Da quello che mi dicevano, deve essere stata la famiglia Massa, parenti del pilota Felipe, presumo”.