“La Cattedrale è di Cristo, per cui nessuno rivendichi titoli di proprietà. Siamo stati chiamati dalla provvidenza a prendercene cura”.
Velato è l’accenno alle ben note polemiche nelle parole pronunciate dal vescovo Felice di Molfetta, restituendo alla città il suo simbolo, col tono solenne che richiede il rito di dedicazione dell’altare che si è celebrato poche ore fa nel gremitissimo Duomo di Cerignola. Fedeli e non, numerosi i cittadini accorsi nel giorno della riapertura per assistere alla celebrazione, e per la curiosità delle modifiche apportate con l’adeguamento liturgico dell’area presbiteriale.
La nuova mensa poggia su un’ampia superficie leggermente sollevata che consente di svolgere in tutta sicurezza le funzioni liturgiche. Una simulazione di quanto è stato poi effettivamente realizzato fu la soluzione adottata quando il Duomo ospitò l’ordinazione a vescovo di Cassano allo Jonio di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei. Il cantiere è ancora aperto per la cripta; sarà completata, presumibilmente, nell’arco di un mese.
Alla celebrazione, che ha visto la partecipazione dell’intero clero diocesano, presenti anche le autorità civili e militari. Nei primi banchi anche la ditta edile e le maestranze che hanno materialmente realizzato l’intervento, accanto a chi lo ha progettato, curandone la direzione dei lavori. Domani un nuovo giorno di festa per la comunità religiosa e la città di Cerignola che festeggia in Cattedrale il ritorno della sacra icona della patrona dal suo santuario sull’Ofanto.