“Sabato scorso, di notte, la postazione di Cagnano Varano è rimasta scoperta per cinque ore, per via di un ordine di servizio che ha spostato medico e un’ambulanza a Torremaggiore: vi sembra una cosa normale?”. C’è rabbia nel personale del 118 dell’Asl di Foggia, dopo le ultime decisioni dei vertici di Piazza della Libertà sugli spostamenti di personale. Il rischio, secondo alcuni operatori, è che senza un riadeguamento del servizio si possano creare importanti disservizi. Soprattutto in aree territorialmente svantaggiate, a cominciare dal Subappennino e dal Gargano. La battaglia sindacale, che vede in prima linea l’Ordine dei medici presieduto da Salvatore Onorati, punta a coprire nel più breve tempo possibile la “confusione gestionale”. “Serve riattivare un servizio di assistenza 24 ore al giorno, soprattutto in una fase come questa, contraddistinta dalla chiusura degli ospedali e dai ritardi nei servizi territoriali. Eliminare i servizi ambulatoriali, senza risistemare l’intero sistema, significa creare un enorme disequilibrio del sistema, generando pericolosi buchi di assistenza”. Poi incalza, punzecchiando il direttore generale dell’Asl Attilio Manfrini: “Se vengono spostati i medici da una postazione all’altra non risolvi nulla: o vengono modificate le postazioni – e bisogna spiegare il motivo -, oppure si genera soltanto confusione e malcontento”. La ricetta per Onorati è soltanto una: “Deve essere aperto nuovamente il tavolo di contertazione con l’Azienda, non si può risolvere tutto limitandosi a dire al personale di prendere la macchina e di spostarsi… Ne va della dignità dei pazienti e dei medici”. Anche la Fimmg (Federazione dei medici di medicina generale) di Bari si è schierata accanto ai colleghi foggiani, contro “ogni misura che tende a ridurre i livelli di assistenza nei confronti dei cittadini, e l’autonomia professionale in un settore particolarmente delicato come quello dell’emergenza urgenza”. Del resto, il cahier de doléance dei medici foggiani è preciso: mancanza di infermieri su alcune ambulanze medicalizzate; demedicalizzazione di postazioni medicalizzate per carenze di personale; la sospensione unilaterale delle prestazioni ambulatoriali. Secondo i medici, spostare il personale verso altre postazioni significa “sguarnire le ambulanze medicalizzate su cui questi medici operano giornalmente in quanto lì assegnati”. “Siamo sconcertati per il comportamento del direttore generale dell’Asl di Foggia – concludono – che, utilizzando impropriamente ordini di servizio nei confronti di professionisti convenzionati, considera i medici come pacchi postali spostati per coprire carenze frutto di una acclarata incapacità organizzativa”.