È stata una serata all’insegna della comicità e del buonumore quella di venerdì28 marzo a Lucera, con lo spettacolo che ha visto protagonista il cabarettista, attore e comico barese Gianni Ciardo. Nelle sale di Palazzo D’Auria Secondo, nell’ambito degli appuntamenti promossi da Alberto Trincucci, dopo il grande successo di Costruire una canzone, il viaggio tra parole e musica con Niccolò Fabi, numeroso il pubblico presente allo show a metà strada tra teatro, musica e cabaret. Con un excursus comico di grande livello, accompagnato da grande umiltà, il mattatore pugliese ha regalato momenti di spensierata allegria e risate ai suoi spettatori, tra monologhi, canzoni “e cose”, espressione quest’ultima tipicamente barese che lascia intendere una serie di significati. Ogni volta che è stata proferita da Ciardo, ha suscitato fragorose risate nel pubblico. “Sono contento di stare qui a Lucera, al Nord”, ha esordito il comico, sottolineando le tante differenze presenti anche all’interno di una stessa regione. “L’Italia è riuscita ad entrare in Europa, Bari non riesce ad entrare in Italia”, ha poi asserito scherzando, ma non troppo. E questo perché “noi siamo così, non siamo come gli italiani”. Concetto che Ciardo ha esplicitato con un’attenta e sempre simpaticissima analisi degli intercalari, dei modi di dire e di fare, delle molteplici declinazioni del dialetto. Dietro ogni battuta si celava un interesse per le tematiche, le logiche che spesso si nascondono dietro i comportamenti, i luoghi comuni sul meridione e in particolare su Bari. “Se noi diciamo ancora cadi a Bari, significa fai attenzione che potresti cadere da un momento all’altro. Un giorno stavo camminando a Roma e vidi un bambino su una panchina, allora mi sono rivolto alla madre dicendo: attenzione signora al bambino, ancora cade! Allora la signora ha risposto: e perché è già caduto? No, e la signora: E mi scusi, se lei mi dice attenta al bambino ancora cade significa che lo ha già visto cadere un altra volta”. Gianni Ciardo ha sottolineato anche la consuetudine di esprimersi imitando i suoni, raccontando del suo arrivo a Lucera: “mi sono fermato in un bar a prendere un caffè, il barista era di spalle e quando si è girato mi ha visto e ha esclamato Mdù’! Che tradotto significa Madò guarda qui chi c’è”. Allo spettacolo non è mancato il momento musicale, durante cui Ciardo ha provato a tradurre le canzoni dal dialetto all’italiano. “Ma le canzoni vanno lasciate così, altrimenti si perde tutto!”, ha affermato. E infine ha intonato la canzone “Enza”, che ha scritto nel 1993 per la fiction “Il Polpo”, riuscita versione barese dello sceneggiato “La Piovra” che lo ha reso noto, assieme alle commedie erotiche degli anni Settanta, le apparizioni al fianco di Carmela Vincenti su Rai 2, nel 1988, nelle ventitré puntate della trasmissione di Michele Mirabella “Aperto per ferie”. Ospite del prossimo appuntamento a Palazzo D’Auria, in programma il 24 maggio, sarà Peppe Servillo.