Il civismo organizzato comincia a strutturarsi in vista delle prossime amministrative. Mentre Antonio Decaro a Bari appare piuttosto scettico della presenza di troppe liste nella sua alleanza, in provincia di Foggia è stato sottoscritto giovedì 22 novembre a Foggia, in presenza dei rispettivi coordinatori provinciali di Puglia Popolare con Rino De Martino, Partito Liberale con Gaetano Panniello, Partito Repubblicano con Mauro Pagano, Impegno Popolare con Pasquale Padalino, Volontariato Animalista con Elena Mennitto, “ Io Ci Sono” con Nicola Cascavilla, il Patto Federativo tra espressioni del movimentismo civico e partiti politici dell’area laico-liberale, che, come evidenziano in una nota, è “finalizzato a promuovere un’aggregazione politica di profilo moderato e interclassista, che si renda interprete delle nuove esigenze determinate dal cambiamento in atto nella società contemporanea, un fenomeno che non tralascia la Puglia, la Capitanata e la città di Foggia”.
6 liste potenziali si mettono insieme per fare un ragionamento comune, che dovrebbe condurle almeno a Foggia a stare nell’alleanza di Leo Di Gioia, se l’assessore regionale si candiderà per lanciare e testare a Foggia il rassemblement che dovrà poi sostenere Michele Emiliano nel 2020. Assente per ora il movimento di Alfonso Pisicchio Iniziativa democratica, rappresentato da Salvatore Malerba. I nodi da sciogliere sono soprattutto Lucera e San Severo, dove gli uomini di Malerba, con Francesco Sderlenga in testa hanno già dato piena fiducia a Francesco Miglio, laddove invece le personalità politiche vicine a Massimo Cassano sono ancora in forse sul loro possibile posizionamento. Politici come Leo Lallo nella città dei campanili o Giuseppe Bizzarri a Lucera sentono di poter ancora dire la propria nei tavoli costituiti nel centrodestra per cercare una alternativa a Miglio e ad Antonio Tutolo. Anche a Foggia, la presenza di Sergio Clemente, oggi alleato di Franco Landella, ma domani chissà, rende più difficile l’interlocuzione con Pisicchio.
Ci si riaggiornerà, insomma. Per ora resta centrale – scrivono i firmatari del Patto – la necessità di rilanciare il ruolo delle assemblee elettive, spesso svuotate di compiti e funzioni sull’effetto di una trasformazione che più che riformare ha deformato la fisionomia degli enti locali, dove spesso si cimenta la politica del baratto sulla pelle del cittadino. “Tra i principi fondativi spiccano la cittadinanza attiva, la legalità e la sicurezza, il bilancio sociale, la mobilità urbana, un progetto sulla moneta complementare per incidere sull’economia e sulla crescita e combattere la recessione, ma anche chiari impegni di contrasto verso ogni forma di esclusione sociale, per la tutela dell’ambiente e del decoro urbano attraverso nuove politiche educative per le giovani generazioni. Con l’imminente inaugurazione della sede, già in corso di allestimento, si terrà una conferenza stampa cui interverranno i referenti politici dei partiti e dei movimenti associativi aderenti”, il loro annuncio.