Tutti fuori o quasi. Il pubblico ministero ha chiesto la scarcerazione di numerosi imputati in “Omnia Nostra”, maxi processo contro il clan garganico Lombardi-Scirpoli-Raduano. Motivo l’imminente scadenza termini della durata massima della fase processuale.
Lasciano il carcere, ma con divieto di dimora in Puglia, anche elementi di spicco come Francesco Scirpoli detto “Il lungo” (che però resta in cella per altra vicenda, la condanna definitiva riguardante l’assalto ad un blindato a Bollate), 42enne di Mattinata, Michele Lombardi “U’ Cumbarill”, 34enne di Manfredonia, figlio del boss Matteo “A’ Carpnese” e Leonardo D’Ercole, presunto riferimento dell’organizzazione sul territorio di Macchia, frazione di Monte Sant’Angelo. Tra gli altri scarcerati Mario Scarabino alias “lo zio”, Hechmi Hdiouech, Gaetano Vessio e Pasquale Lebiu.
La motivazione, come detto, riguarda meccanismi processuali: raggiunto il tempo massimo di custodia cautelare senza che si arrivi a sentenza, scatta la scarcerazione. Gli arresti risalgono a fine 2021 mentre il decreto che dispone il giudizio è del 2022.
Resta dentro Matteo Lombardi, considerato tra i capi e con termini più lunghi rispetto agli altri. Stesso discorso per Pietro La Torre detto “U’ Muntaner”. Riguardo a Lombardi va inoltre aggiunto che il 54enne boss, ristretto ad Opera (Milano), sta anche scontando un ergastolo definitivo per l’omicidio di Giuseppe Silvestri.
Per “Omnia Nostra” si è invece già arrivati a sentenza di secondo grado per numerosi altri imputati che scelsero il rito abbreviato. Tra questi l’ex boss di Vieste, oggi collaboratore di giustizia, Marco Raduano detto “Pallone”, condannato a 20 anni.