Fu un’azione violenta pianificata, e Christian Consalvo ne accettò i possibili esiti tragici. È questa, in estrema sintesi, la motivazione con cui la corte d’assise d’appello di Bari ha escluso per l’imputato la possibilità di riconoscere il concorso anomalo in omicidio, ipotesi invocata dalla difesa per ottenere una sensibile riduzione di pena. Il verdetto è stato depositato nei giorni scorsi, dopo la sentenza del 13 gennaio scorso che ha inflitto un totale di 77 anni di carcere ai quattro giovani foggiani coinvolti nella rapina al bar-tabaccheria “Gocce di caffè” di via Guido Dorso e nell’omicidio del titolare, Francesco Traiano, 38 anni, accoltellato all’occhio e morto dopo 22 giorni di coma.
Consalvo, l’autista che sapeva
Consalvo, classe 2000, rimase al volante della “Fiat Punto” usata per il colpo, senza entrare nel locale. Ma secondo i giudici, il suo ruolo non fu affatto marginale: partecipò attivamente alla pianificazione della rapina, prese parte con il minore al furto dell’auto la sera precedente e conosceva l’armamento del gruppo, in particolare il coltello brandito dal ragazzo minorenne poi rivelatosi l’autore materiale dell’accoltellamento. Proprio la consapevolezza dell’uso dell’arma e la presenza di immagini scattate da lui nel box dove si trovavano i complici con il volto travisato rafforzano, per i giudici, la piena adesione al piano.
“Le modalità della rapina – scrive la corte – sono indice della programmazione di un’azione violenta, la cui degenerazione in omicidio non era soltanto prevedibile, ma fu messa in conto anche da Consalvo, che accettò il rischio che tale evento potesse verificarsi”. Da qui la condanna a 20 anni per omicidio e rapina, con riconoscimento delle attenuanti generiche, ma senza possibilità di sconto ulteriore: “In questo caso il concorso anomalo non è ravvisabile”.
Il massacro in 60 secondi
Il colpo avvenne nel primo pomeriggio del 17 settembre 2020. I tre maggiorenni Antonio Bernardo, Antonio Pio Tufo e Christian Consalvo, insieme al minorenne, misero a segno una rapina fulminea, durata meno di un minuto. Bernardo e il ragazzo entrarono armati e a volto coperto, Tufo si fermò sull’ingresso lanciando un posacenere per intimorire i dipendenti. Il minore sferrò la coltellata all’occhio di Traiano e lo colpì, insieme a Bernardo, con calci anche quando era già a terra, esanime. Il bottino fu misero: 100 euro e qualche biglietto del “gratta e vinci”. Consalvo li attese fuori, pronto a fuggire.
Quattro processi, un solo punto fermo: la responsabilità
Il caso ha attraversato quattro fasi processuali. Il 15 luglio 2022 la corte d’assise di Foggia inflisse 98 anni complessivi ai quattro imputati. Il 13 settembre 2023 la corte d’appello di Bari ridusse la pena a 89 anni. La Cassazione, il 21 maggio 2024, ha confermato le responsabilità penali dei maggiorenni ma ordinato un nuovo processo d’appello per rimodulare le pene. Accertata la responsabilità dei 4 coimputati, il processo ruota sulle pene da infliggere, previsto un nuovo ricorso della difesa in Cassazione.
Ad oggi sono 77 gli anni complessivi inflitti ai giovani imputati: 30 a Bernardo, 20 a Tufo e Consalvo, 7 a Simone Pio Amorico, che aveva partecipato alla pianificazione ma non al colpo, risultando estraneo all’omicidio.
Cassazione e appello: la ferocia era prevedibile
Secondo quanto stabilito dalla Cassazione, e ora ribadito dalla corte territoriale, i maggiorenni sapevano che il minorenne era armato di coltello e la possibilità che l’azione degenerasse in violenza estrema era tutt’altro che remota. Per la difesa il riconoscimento del concorso anomalo avrebbe comportato non solo un ridimensionamento dell’accusa, ma anche la possibilità per Consalvo di accedere al giudizio abbreviato, negato a causa dell’aggravante del nesso teleologico tra rapina e omicidio.
La corte, però, è stata netta: “L’azione del minore, seppur spropositata e connotata da inaudita ferocia, non può considerarsi imprevedibile, frutto di un raptus omicida. Il gruppo era deciso a portare a termine la rapina violenta anche a costo di usare il coltello”. E in quel gruppo c’era, a tutti gli effetti, anche Christian Consalvo.