Sarebbe dovuta partire il 1° marzo la stagione irrigua in Puglia, ma tutto è ancora bloccato a causa della grave carenza d’acqua. Gli invasi della Capitanata si fermano al 30% della capacità autorizzata, secondo i dati dell’Osservatorio ANBI riportati da Coldiretti Puglia. Il dato evidenzia una situazione di estrema sofferenza idrica, con conseguenze potenzialmente devastanti per le campagne foggiane e l’intera economia agricola della regione.
Stoccati solo 109 milioni di metri cubi
Nonostante un lieve incremento di +15,5 milioni di metri cubi rispetto a gennaio, gli invasi pugliesi contengono oggi appena 109 milioni di metri cubi d’acqua, contro i 195 milioni registrati nello stesso periodo dell’anno scorso. Troppo poco per affrontare l’innalzamento delle temperature e l’avvio della distribuzione idrica per uso agricolo.
Il timore degli operatori del settore è quello di rivivere – o addirittura superare – l’emergenza del 2023, che provocò oltre 1 miliardo di euro di danni alle coltivazioni. “Servono interventi urgenti”, insiste Coldiretti.
Piano invasi e riforma del sistema di rischio
Coldiretti e ANBI hanno chiesto al Governo di accelerare su due fronti: l’attuazione di un piano invasi nazionale, che consenta di raddoppiare la raccolta di acqua piovana, e la riforma della gestione del rischio, oggi sottoposta a stress continui causati dai cambiamenti climatici.
Il progetto prevede la creazione di bacini di accumulo con sistemi di pompaggio, capaci di immagazzinare risorse idriche in periodi siccitosi e contemporaneamente contenere l’impatto di piogge torrenziali, sempre più frequenti. “L’acqua piovana oggi finisce in mare attraverso 230mila chilometri di canali: un patrimonio perso per sempre”, denuncia Coldiretti.
Serve manutenzione e completamento delle infrastrutture
Al centro delle richieste anche il recupero e la manutenzione degli invasi esistenti, molti dei quali incompleti o inutilizzati. “Bisogna intervenire subito per renderli operativi e portarli a regime in tempi brevi”, sottolinea l’organizzazione.
Nel frattempo, resta l’incognita sulla tenuta del comparto agricolo pugliese, già messo a dura prova da siccità, fitopatie, rincari energetici e volatilità dei mercati. In questo contesto, l’acqua diventa – ancora una volta – l’elemento chiave per la sopravvivenza del settore.