L’invasione di grano canadese mette in crisi gli agricoltori italiani, con un aumento delle importazioni del 68% e un conseguente crollo dei prezzi pagati ai produttori nazionali. È l’allarme lanciato da Coldiretti, che ha analizzato i dati della Direzione generale dell’Agricoltura della Commissione UE relativi alla campagna commerciale 2024/2025.
Tra luglio e dicembre 2024 sono arrivate in Italia 392mila tonnellate di grano duro dal Canada, Paese che utilizza in pre-raccolta il glifosato, un erbicida vietato in Italia. Mentre l’Unione Europea registra un calo delle scorte, i prezzi del grano italiano crollano, con un ribasso del 12% nella prima settimana di marzo: 327,50 euro a tonnellata, contro i 372,50 euro dello stesso periodo dell’anno scorso, secondo la borsa merci di Bologna.
Guerra commerciale USA-Canada: rischio di nuove ondate di importazioni
Secondo il rapporto della Commissione per lo Sviluppo del Grano del Saskatchewan, la guerra commerciale tra Stati Uniti e Canada potrebbe spingere ulteriori quantità di grano canadese verso il mercato europeo, aggravando il problema per i produttori italiani. Se gli USA ridurranno gli acquisti di cereali dal Canada, il surplus di produzione potrebbe riversarsi in Italia e in altri Paesi dell’Unione Europea.
Un fenomeno che si inserisce in un trend preoccupante: negli ultimi anni, diversi Paesi – tra cui Canada, Turchia e Russia – hanno esportato massicce quantità di grano verso l’Italia proprio durante il periodo di raccolta, facendo crollare le quotazioni del prodotto nazionale.
Calo delle semine e costi in aumento: rischio per la produzione italiana
La concorrenza sleale sta avendo ripercussioni anche sulle superfici coltivate. Le prime stime indicano un calo medio del 6-7% delle semine di grano duro, con punte che raggiungono il 10% in Puglia e Sicilia, le regioni cardine della produzione nazionale.
A pesare sulla filiera agricola non c’è solo l’import massiccio di cereali stranieri, ma anche il caro produzione e i cambiamenti climatici. La siccità del 2023 ha ridotto la produzione italiana di circa il 20%, mentre il costo di energia e materie prime ha reso ancora più difficile la sopravvivenza delle aziende agricole.
Cresce la domanda, ma i prezzi restano bassi: l’effetto delle importazioni sleali
Nonostante la minore disponibilità di prodotto in Europa, i prezzi continuano a restare bassi a causa dell’importazione di cereali trattati con sostanze vietate nell’Unione Europea.
Coldiretti denuncia l’utilizzo di fitofarmaci pericolosi nella coltivazione di grano proveniente dall’estero. Tra questi:
- Glifosato (Canada e Russia): vietato in Italia in pre-raccolta
- Carbendazim (fungicida, sospetto cancerogeno)
- Malathion (fungicida tossico per le api)
- Cyflutrin (insetticida con possibili effetti cancerogeni)
- Fenoxaprop Pethyl (utilizzato in Russia ma vietato in Europa)
- Chlorothalonil (fungicida usato in Ucraina e considerato sospetto cancerogeno)
Mobilitazione Coldiretti: “Più controlli ai porti”
Di fronte a questa situazione, Coldiretti ha intensificato le verifiche nei porti italiani per monitorare gli arrivi di grano straniero e garantire che rispettino gli standard europei di sicurezza alimentare e tutela ambientale.
“L’Italia deve assicurarsi che tutti i prodotti agroalimentari che entrano nel nostro Paese rispettino gli stessi requisiti imposti ai nostri agricoltori” – afferma Coldiretti – “dalla sicurezza alimentare alla tutela dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori”.
L’organizzazione chiede al governo italiano e alle istituzioni europee di applicare il principio di reciprocità, imponendo agli importatori stranieri le stesse regole che valgono per i produttori italiani, così da evitare una competizione sleale che rischia di mettere in ginocchio il settore cerealicolo nazionale.