La Procura di Bari ha avviato un’indagine per truffa a seguito di un esposto che ha messo in luce la vendita di orecchiette industriali spacciate come artigianali a Bari Vecchia, lungo l’ormai celebre strada Arco Basso, nota anche come “via delle orecchiette” e meta di turisti da ogni parte del mondo, come riferito dall’edizione di Bari de La Repubblica.
A firmare l’esposto è stato Gaetano Scampolo, CEO di Home Restaurant Hotel, il portale che dal 2019 riunisce le attività di social eating. Secondo quanto denunciato, fino a novembre, prima dello scoppio delle polemiche, la pasta fresca in questione non sarebbe stata prodotta dalle pastaie della città vecchia, bensì realizzata con metodi industriali, contrariamente a quanto presentato come produzione artigianale.
Nel mese di novembre, Scampolo aveva incontrato alcune delle pastaie lungo la strada Arco Basso, tra le quali spicca il nome di Nunzia Caputo, per discutere le possibili soluzioni volte a regolarizzare la loro attività. Durante quell’incontro, il CEO registrò un video, successivamente allegato all’esposto, che sembrerebbe documentare il possesso, da parte di almeno una delle pastaie, di confezioni di orecchiette di produzione industriale.
Ulteriori sospetti sono stati sollevati dal ritrovamento di cartoni nei cassonetti della vicina piazza Massari. I cartoni, provenienti da un pastificio di Altamura, contenevano confezioni di orecchiette tricolori destinate a una società operante proprio nella zona della “via delle orecchiette”, alimentando così i dubbi sull’autenticità del prodotto venduto ai turisti e ai residenti.
L’inchiesta della Procura di Bari si concentra ora sulla verifica delle modalità di produzione e commercializzazione di queste orecchiette, cercando di far luce su una presunta truffa che potrebbe danneggiare la reputazione artigianale del territorio.