A Borgo Mezzanone cresce la protesta contro il progetto del PNRR che prevede la costruzione di circa 300 nuovi alloggi nell’ambito del piano di sgombero del ghetto della ex pista dell’aeronautica militare. Il comitato cittadino “2018 Mezzanone”, dopo un’assemblea pubblica tenutasi il 28 gennaio, ha ufficialmente espresso la propria contrarietà all’iniziativa, denunciando la mancanza di servizi essenziali e il totale esclusione della comunità locale dalle decisioni istituzionali.
Secondo il comitato, le scelte adottate dalle autorità non tengono conto delle difficoltà quotidiane vissute dai circa 250 residenti della borgata, che da anni lamentano carenze in materia di sicurezza, sanità e manutenzione urbana. “Non ci fidiamo più di promesse che vengono fatte di volta in volta, anche a livello di Prefettura” – si legge nel comunicato firmato dal presidente Ferdinando Di Staso.
Le perplessità della comunità sono legate anche all’impatto sociale dell’inserimento di 300 nuovi abitanti in una realtà già fragile, con problemi infrastrutturali irrisolti. “Non si possono immettere in un nucleo di una comunità di circa 250 persone altre 300 persone socio-culturalmente diverse”, sottolinea il comitato, che accusa le istituzioni di aver imposto il progetto senza un vero coinvolgimento dei cittadini.
Già lo scorso 12 dicembre, il comitato aveva chiesto alla Prefettura di Foggia un tavolo tecnico con le istituzioni coinvolte, tra cui il Comune di Foggia, il Comune di Manfredonia, la Regione Puglia e il Politecnico di Bari. Tuttavia, all’incontro tenutosi il 14 gennaio, i rappresentanti della comunità di Borgo Mezzanone non sono stati invitati, alimentando ulteriormente il malcontento.
Ora i residenti annunciano battaglia e promettono di mettere in campo ogni iniziativa democratica per bloccare il progetto. “Non possiamo accettare decisioni calate dall’alto senza ascoltare chi qui ci vive ogni giorno” – concludono i rappresentanti del comitato, pronti a mobilitarsi per difendere il futuro della borgata.