Nel centrodestra si apre un nuovo fronte di tensione: il terzo mandato per i governatori. Protagonista della disputa è Luca Zaia, presidente leghista del Veneto dal 2010, che punta a guidare la regione per un altro quinquennio. Ma la proposta si scontra con un netto “no” di Fratelli d’Italia, espresso dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. In un’intervista alla Stampa, Ciriani ha bocciato sia l’ipotesi di un nuovo mandato per Zaia, sia la proposta leghista di rinviare il voto regionale, previsto per l’autunno, al 2026. Si rinnoverà anche il Consiglio regionale in Puglia.
“Mi pare impossibile pensare che non tocchi a noi indicare il nome”, ha dichiarato Ciriani, sottolineando che la posizione di FdI non è dettata da rivalse, ma da “oggettività”. Fratelli d’Italia, infatti, ha da tempo sorpassato la Lega nei consensi in Veneto e considera la regione una priorità politica. L’idea del terzo mandato, già osteggiata dal governo anche in Campania, dove il Pd Vincenzo De Luca ha spinto per una legge ad hoc, viene liquidata come un tentativo tardivo: “Questa questione si poteva affrontare in Parlamento con una proposta di legge, magari da parte della Lega. Ora è difficile tornare indietro”.
Le tensioni tra gli alleati crescono. I parlamentari vicini a Matteo Salvini contestano la posizione di Ciriani, ribadendo che “l’esperienza e la maturità di una classe dirigente” sono essenziali per guidare una regione come il Veneto. E qualcuno provoca: “Sarebbe curioso che FdI guidasse il Veneto senza avere molti sindaci lì”. La diretta social di Salvini nel pomeriggio sembra quasi una risposta: il leader leghista ricorda i “500 sindaci” che il suo partito può vantare in Italia, rilanciando l’immagine di una forza politica radicata nel territorio.
Anche l’idea di rinviare le elezioni trova il netto rifiuto di Ciriani, che ha liquidato la proposta come priva di basi giuridiche e “poco seria”. La Lega aveva giustificato la richiesta con le Olimpiadi invernali di Cortina, che si terranno nel 2026, suggerendo che Zaia potrebbe essere una figura chiave per rappresentare la regione in quell’occasione. Tuttavia, i critici vedono nella mossa solo un tentativo di guadagnare tempo, in assenza di alternative solide al “doge”.
La questione rischia di trasformarsi in un braccio di ferro tra i due principali partiti di governo, con Forza Italia sullo sfondo, allineata a FdI contro i terzi mandati. Sullo sfondo, inoltre, si profila un altro scontro: il rimpasto di governo, con il pressing della Lega per un ritorno di Salvini al Viminale. Ciriani ha chiuso anche su questo fronte: “Squadra che vince non si cambia. Il rimpasto non è all’ordine del giorno”.
Il futuro politico del Veneto, storica roccaforte leghista, resta incerto, con il centrodestra che rischia di frantumarsi tra le ambizioni dei suoi leader.