“Finalmente il Consiglio comunale di Foggia ha votato all’interno dell’accapo riguardante gli obiettivi di gestione da assegnare alle società partecipate ai sensi dell’art. 147 quater del D.lgs. 267/2000 e dell’art. 19, commi 5-7 de D. Lgs. 175/2026, un emendamento che fornisce l’indirizzo all’organo amministrativo delle società partecipate di prevedere lo ‘stretto e urgente monitoraggio del contenzioso pendente …, verificando la riduzione dello stesso anche mediante procedure di legge, come conciliazioni, tavoli di concertazione e componimento bonario delle controversie a partire dal contenzioso relativo ai lavoratori ex part-time, qualifica operatori di esercizio, ossia di autisti, ex 34ore ed ex 37ore, verificatori’. La notizia più importante è che finalmente l’amministrazione comunale recepisce l’emendamento a prima firma Nunzio Angiola che fa riferimento alla problematica della disparità di trattamento di cui sono vittime gli operatori di esercizio, ossia degli autisti. L’ATAF, infatti, corrisponde ad alcuni autisti l’indennità giornaliera e di guida, nonché il premio di risultato, in misura diversa rispetto ad altri numerosi autisti che svolgono le stesse identiche mansioni, dipendenti con stessa anzianità, stesso orario di lavoro, stessa turnazione, stesso stipendio base. Scendendo nei dettagli risulta ancora oggi corrisposta una indennità giornaliera ad un gruppo di dipendenti (ex 34h) del parametro ‘183’ pari a € 14,41, mentre ad altri (tutti ex 37h) di € 9,54. Lo stesso dicasi per il premio di risultato per il primo gruppo pari a €5,77 a fronte di € 3,88 per altri, così come per l’indennità di guida di € 8,65 rispetto ad € 5,85. Completa questo quadro, la situazione che da tempo interessa i dipendenti appartenenti al parametro ‘175’ e ‘158’, con notevoli maggiorazioni rispetto agli ‘ex 37h’”. Lo dichiarano Nunzio Angiola, consigliere comunale a Foggia e Segretario provinciale di “Cambia” insieme ad Antonio Cicconetti, responsabile dei rapporti con i sindacati dello stesso movimento civico.
Angiola e Cicconetti continuano sottolineando che “la questione degli ex part-time (assegno perequativo), invece, è stata già risolta e parzialmente erogata per cui non vi sono problematiche particolari da definire, se non la necessità di sollecitare il rispetto di una tempistica che si sta prolungando. Mentre, non esiste nessuna vertenza relativa ai verificatori, quindi non si comprende che tipo di conciliazione si possa rendere necessaria. Tra l’altro, per accordo contrattuale la mansione di verifica spetta a domanda agli operatori di esercizio (autisti) ed è stata al momento affidata per carenza di autisti al personale non idoneo alla guida.
Pertanto, la parte dell’emendamento più concreta e attuale riguarda gli autisti, ex 34ore ed ex 37ore. Ci auguriamo che l’amministrazione si attivi immediatamente, in modo da definire una soluzione conciliativa per il bonario componimento della vertenza, prima dell’udienza del 18 febbraio 2025, data in cui la Corte di Appello di Bari dovrà decidere in merito alla questione. I lavoratori sono disposti a confrontarsi, non cercano la luna nel pozzo, chiedono solo un gesto di attenzione da parte dell’azienda che ponga fine ad una disparità di trattamento che grida vendetta”.
“A prescindere – chiosano infine Angiola e Cicconetti – dalla legittimità o meno di questo trattamento economico differenziato tra lavoratori che svolgono le stesse mansioni con lo stesso contratto per lo stesso numero di ore, legittimità sulla quale si esprimerà nuovamente la competente autorità giudiziaria – questa situazione appare poco consona a una società di integrale proprietà pubblica, nella quale la correttezza e l’imparzialità dei trattamenti, anche economici, del personale dipendente dovrebbe essere la regola inderogabilmente osservata, fra l’altro ai fini del buon nome esterno dell’Azienda e dell’Amministrazione, giacché è costituzionalmente prescritto che la retribuzione debba essere “proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro prestato” (art. 36, co. 1, della Costituzione)”.