È stato condannato a 1 anno e 10 mesi, con sospensione della pena e immediata scarcerazione, Claudio Pesante, 18 anni, accusato di aver aggredito due infermieri del Pronto Soccorso del Policlinico Riuniti di Foggia lo scorso 9 settembre. La sentenza è stata pronunciata ieri pomeriggio dal giudice monocratico, che ha tenuto conto del vizio parziale di mente accertato da una perizia psichiatrica e della scelta del rito abbreviato, che ha comportato una riduzione della pena.
L’aggressione e l’arresto
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Pesante, figlio del 37enne Francesco detto “U’ Sgarr”, affiliato di spicco della “Società Foggiana”, condannato di recente a 20 anni per mafia e narcotraffico in “Game Over”, si era recato al Pronto Soccorso in stato di agitazione, presumibilmente per l’assunzione di sostanze stupefacenti. Quando un infermiere si era avvicinato per eseguire un prelievo di sangue prescritto dal medico, il giovane lo aveva aggredito, colpendolo con un pugno al volto e un calcio, causando lesioni guaribili in 20 giorni. Anche un secondo infermiere intervenuto per sedare la situazione era stato colpito con uno schiaffo.
I carabinieri, prontamente intervenuti, avevano arrestato Pesante in flagranza di reato. Il giorno successivo, durante l’udienza per direttissima, il giovane si era avvalso della facoltà di non rispondere.
La perizia psichiatrica e il processo
Su richiesta della difesa e del pubblico ministero, il giudice aveva disposto una perizia psichiatrica, che ha accertato la parziale incapacità di intendere e volere al momento dei fatti. Il giovane è stato diagnosticato con un disturbo borderline di personalità aggravato da una psicosi indotta dall’uso saltuario di sostanze stupefacenti.
Il perito, intervenuto in aula il 20 novembre, ha anche sottolineato la pericolosità sociale di Pesante, pur evidenziando che il giovane ha avviato un programma di disintossicazione presso il SerD. Questo elemento è stato determinante per concedere, nei giorni scorsi, la misura degli arresti domiciliari con la possibilità di recarsi in struttura per le cure.
La sentenza
Il giudice ha stabilito la sospensione condizionale della pena, permettendo al giovane di tornare libero. La decisione tiene conto anche delle misure riabilitative intraprese dall’imputato, difeso dagli avvocati Manuela La Cava e Paolo Ferragonio.
Un fenomeno in crescita
L’episodio si inserisce in una serie di aggressioni contro il personale sanitario nel territorio. Solo nel mese di settembre si sono registrati altri episodi simili:
Il 26 settembre, un altro giovane foggiano è stato condannato a 1 anno e 6 mesi per aver aggredito una guardia giurata al Pronto Soccorso.
Sempre a settembre, cinque membri di una famiglia di Cerignola sono finiti sotto processo per aver aggredito medici e chirurghi ospedalieri dopo il decesso di un parente in sala operatoria.