Maxi retata questa mattina contro i furti d’auto, grande piaga della provincia di Foggia. 7 persone sono finite in carcere, 8 ai domiciliari e 11 con obbligo di dimora e presentazione quotidiana alla p.g.. In azione polizia e carabinieri coordinati dalla procura foggiana.
In cella Antonio Dimmito, 57enne di Cerignola, Antonio Fuscaldi, 40enne di Cerignola, Leonardo Vurchio, 34enne di Cerignola, Aristide Carmine Mastrone, 58enne di San Severo, Pasquale Gassi, 36enne di San Severo, Paolo Pelullo, 45enne di Foggia e Gerardo Morra, 28enne di Cerignola. Domiciliari per Aurelian Gabriel Vladut, 46enne rumeno, Angelo Antonio Pelullo, 72enne foggiano, Lorenzo Cormio, 40enne di Cerignola, Gianni Sansonna, 54enne di Canosa, Fabio Calabrese, 51enne di Barletta, Lorenzo Pantaleo, 31enne di Bitonto, Savino Antonio Merotta, 35enne di Cerignola e Domenico Tricarico, 38enne di Cerignola.
Obbligo di dimora per Luigi Pio Pazienza, 33enne di San Giovanni Rotondo, Luca Giustizia, 36enne di San Severo, Fabio Fontanello, 39enne di Torremaggiore, Francesco Acri, 30enne di Andria, Antonio Pio Mancini, 31enne di Torremaggiore, Olga Costantino, 28enne di Torremaggiore, Alessandro Mastrangelo, 27enne di Cerignola, Tommaso Farrusi, 32enne di Cerignola, Giovanni Capuano, 33enne di Cerignola e Michele Lovergine, 37enne di Trani. Per Alexander Antwi, 25enne ghanese, obbligo quotidiano di presentazione alla pg.
Stando all’ordinanza del gip, quasi mille pagine, i capi erano Dimmito e Fuscaldi: i due avrebbero promosso l’attività illecita dell’associazione, con funzioni di comando, dirigendo e coordinando le decisioni più importanti del sodalizio; avrebbero impartito specifiche istruzioni in relazione alle modalità esecutive dei reati-fine (tra cui il numero, il modello delle auto che dovevano essere asportate, chi doveva provvedere allo smontaggio e alla eliminazione dei segni identificativi dei veicoli, dove dovevano essere portati i veicoli). Sempre Dimmito e Fuscaldi avrebbero gestito in prima persona ed, in alcuni casi, delegato ad altri partecipi, le casse del sodalizio.
Secondo l’impianto accusatorio, il gruppo di arrestati si sarebbe associato allo scopo di commettere un numero imprecisato di delitti contro il patrimonio tra cui furti, ricettazioni e riciclaggi di veicoli; la compagine criminale, dotata di risorse umane e materiali (immobili, sedi operative, locali destinati allo smontaggio dei veicoli, strumenti da scasso, inibitori di frequenza, mezzi sui quali trasportare le autovetture sezionate e private dei segni distintivi) necessarie al raggiungimento delle finalità delittuose avrebbero stretto un vero e proprio accordo illecito dividendosi ruoli e incarichi.
Obiettivo rubare auto e incassare ingenti guadagni dal redditizio mercato clandestino di vendita dei “pezzi di ricambio”, puntualmente smistati, a prezzi vantaggiosi, sull’intero territorio nazionale ed estero. In mattinata in procura a Foggia nuovi dettagli saranno resi noti attraverso una conferenza stampa.