Il consorzio Metropolis, tra le realtà più importanti della Puglia (35 strutture praticamente in tutta la regione e un fatturato di decine di milioni di euro), è stato sottoposto all’avvio della procedura di revoca dell’accreditamento dopo una serie di presunte “gravi irregolarità” riscontrate dalla Regione. Un provvedimento che rischia di provocare la chiusura dei centri gestiti dalla storica coop. L’imprenditore Luigi Paparella non ci sta e in una replica inviata a l’Immediato prova far chiarezza sul caso che sta scuotendo la sanità pugliese.
“Siamo una realtà leader in Puglia nel settore dell’assistenza sanitaria, sociale e socio sanitaria e conta oggi quasi 1000 dipendenti, tutti regolarmente assunti nel rispetto delle normative vigenti in materia di CCNL – spiega -, Sebbene si tratti di figure professionali difficilmente reperibili sul mercato del lavoro, mai nessuno ha prestato attività lavorativa su più di una struttura. L’iniziativa regionale scaturisce da documenti disomogenei ed incomparabili prodotti nell’arco di circa due anni, relativi a fasi differenti di procedure di verifica e conferma dei requisiti di strutture anche ‘non attive’ e/o di strutture in fase di adeguamento ai nuovi regolamenti. Strutture dunque per le quali alcuni dei dipendenti già impegnati nel Consorzio hanno presentato solo disponibilità lavorativa, anche nell’ipotesi futura di eventuali trasferimenti. Elemento che a nostro avviso ha falsato la realtà dei dati”. In pratica, secondo il presidente, la Regione avrebbe “contato più personale del previsto”.
Poi precisa: “L’area sanitaria e socio sanitaria del consorzio conta circa 500 dipendenti tutti incardinati da anni nelle 35 strutture ove sono accolti più di 500 assistiti con disabilità cognitiva, motoria e mentale; risulta pertanto inverosimile che pazienti gravi e gravissimi non ricevano la giusta assistenza, o che possano essere assistiti da un numero esiguo di personale. Nel corso degli anni e senza alcun preavviso, anche durante le ore notturne o i giorni festivi, numerosissimi sono stati i sopralluoghi di tutti gli organi ispettivi (NAS, dipartimenti di igiene, etc…) e come da verbali rilasciati in ogni struttura afferente alla rete, mai è stato contestato il numero del personale o fisicamente rilevata in turno l’insufficienza di personale. Nonostante l’oggettiva e nota penuria di figure sanitarie nel circuito della sanità privata, possiamo provare con dati evidenti, che forniremo nella sede e al momento opportuno, e possiamo certamente dichiarare, che questa penuria ad oggi non ha influito sul numero e sulla qualifica delle figure professionali previste in ogni singola struttura, poiché si è sopperito anche con la presenza di figure affini, garantendo sempre e comunque l’assistenza e le prestazioni socio sanitarie e riabilitative”.
“Negli anni abbiamo avuto numerosissimi controlli, anche di notte e nei festivi, da parte dei Nas e dei dipartimenti di Igiene, non è mai stato contestato nulla”
In riferimento al medico che avrebbe ipoteticamente lavorato più ore – tra Barletta, Molfetta, Bari, Terlizzi e Manfredonia -, precisa che “si tratta di una persona dall’indiscussa integrità morale e professionale, il quale lavora rispettando le ore contrattuali su ciascuna struttura in cui è incardinato nel rispetto dei regolamenti, senza alcuno sforamento”. “Le ore calcolate in più dalla Regione – dice Paparella – sono quelle dichiarate nel corso di circa due anni, come impegno ad una disponibilità nel futuro per altre strutture, una delle quali nemmeno mai avviata. Effettivamente il lavoro è svolto dal medico presso una di esse alla volta, realmente avviata in esercizio”.
Sulla potenziale mancata assistenza, per la quale da Bari hanno chiesto alle Asl di approntare un piano di “trasferimento dei pazienti in altre strutture“, replica: “Tutti i pazienti sono stati seguiti dal punto di vista assistenziale, sanitario e riabilitativo nel rispetto degli obiettivi definiti nei progetti assistenziali e terapeutici, sempre di concerto con i servizi sanitari e socio sanitari di riferimento, con i quali da sempre esiste un rapporto di stima anche alla luce di continue loro verifiche in loco, con esiti positivi, e dei risultati ottenuti per ciascun paziente. Ogni struttura ha sempre lavorato nella massima trasparenza condividendo con i servizi sanitari invianti e con le famiglie ogni tipo di strategia riabilitativa. In queste condizioni, certamente la mancanza di personale sarebbe emersa immediatamente, specie in considerazione del fatto che nella rete Metropolis ci sono anche alcune strutture sindacalizzate, le quali non avrebbero mancato di segnalare criticità orarie. Difatti, ad oggi non esiste alcuna segnalazione in merito! E del resto un numero insufficiente di personale mai avrebbe potuto garantire trattamenti riabilitativi personalizzati”.
Sui conti – il presunto danno erariale ipotizzato -, chiosa: “Non abbiamo beneficiato di alcun risparmio sull’applicazione dei contratti, in quanto il contratto applicato nel comparto della salute mentale, è conforme a quello previsto dai regolamenti, ovvero ‘Aris Aiop Case di cura personale non medico sanità privata'”.
“Siamo estremamente amareggiati, la Regione ci ha danneggiato l’immagine di una realtà al servizio dei soggetti fragili”
“Manifestiamo oggi estrema amarezza nei confronti di un provvedimento regionale assolutamente ingiusto ed avventato – dichiara ancora Paparella -, fondato più su ipotesi di violazione che su esigenze di tutela della salute dei cittadini. La Regione avrebbe dovuto mettere alla prova le ipotesi di violazioni, valutando ulteriori ispezioni delle strutture, e così avrebbe evitato di cadere in errore danneggiando l’immagine di una realtà che da tanti anni offre servizi in favore di soggetti particolarmente fragili. Una realtà da sempre stimata che contempla strutture aperte alle famiglie e al territorio che non ha mai avuto necessità di celarsi dietro ambigue strategie. Una realtà scelta da utenti privati anche particolarmente grati dei progressi e dell’assistenza erogata in favore dei loro cari. Ma anche una realtà sana ispirata ad integrità morale, capace di sottrarsi a condizionamenti, ed è forse per questo che ora viene punita”.
“Ad oggi dunque – conclude -, forniremo agli uffici competenti e alla Regione Puglia le nostre controdeduzioni e rimostranze, e ci riserviamo di attivare ogni strumento di tutela a difesa del buon nome del Consorzio Metropolis, costruito in anni di duro ed onesto lavoro. Ci auguriamo che i sindacati siano ancora al nostro fianco e confidiamo che i familiari degli assistiti ci sosterranno a preservare la loro serenità e quella dei lavoratori”.