È iniziata questa mattina e terminerà sabato prossimo 10 agosto, nella Casa del Giovane in viale Candelaro, la “Scuola di Pace. Giochi senza frontiere” che vedrà protagonisti partecipi e coinvolti 40 bambini che vivono al Campo Rom di Borgo Arpinova. Un campo estivo, una lodevole iniziativa fortemente voluta dall’arcivescovo mons. Giorgio Ferretti e organizzata dalla Caritas diocesana Foggia-Bovino, dall’arcidiocesi e dall’Ufficio Migrantes con il patrocinio dell’assessorato alle politiche sociali del Comune di Foggia e la collaborazione della Comunità di Sant’Egidio, della parrocchia Santa Teresa del Bambino Gesù di Borgo Arpinova e di uno sponsor. L’obiettivo è favorire l’inclusione sociale – dei minori e delle loro famiglie – attraverso il gioco e lo sport, e permettere momenti di svago e aggregazione anche a chi non ha la possibilità di frequentare un corso sportivo, di partecipare a una gita scolastica o andare in vacanza nel periodo estivo. Con l’educazione alla pace come collante e legame tra esperienze e persone, offrendo ai bambini un’opportunità di riflessione e di speranza.
Il programma prevede in prima mattinata l’accompagnamento con un pulmino -da parte degli educatori coinvolti- dei bambini dal Campo Rom alla Casa del Giovane; alle ore 8.45 l’accoglienza; alle ore 9 l’inizio delle attività educative; alle ore 10 la ‘Scuola della Pace’ (attività dedicata alla sensibilizzazione sull’importanza della convivenza civile tra i popoli, e al rifiuto e alla condanna dei conflitti e delle guerre); alle ore 10.40 una pausa per la merenda; alle ore 11 giochi di squadra, laboratori ricreativi e balli di gruppo; alle 12.30 il pranzo e poi, terminati gli ultimi giochi, il rientro al Campo Rom (sempre con il pulmino).
“Vedere la felicità nello sguardo e nel sorriso di bambini che dobbiamo sentire parte della nostra comunità, della nostra famiglia, è un’emozione fortissima” spiega l’assessora alle Politiche sociali Simona Mendolicchio. “Con l’arcidiocesi e con la Caritas diocesana siamo in piena sintonia nello sforzo di abbattere steccati e barriere, di eliminare distanze e pregiudizi. Giocare, ballare, creare relazioni di pace non può e non deve essere un privilegio, e manifestazioni come questa devono ricordarlo ad ognuna e ognuno di noi. Un sasso gettato nello stagno dell’indifferenza e dell’ostilità preconcetta, che mi auguro sortisca effetti emulativi e vada ben oltre questa settimana così speciale e importante”, conclude.