L‘incendio, probabilmente doloso, che oggi sta devastando i boschi a ridosso di Vieste è divampato (o è stato appiccato) nello stesso in giorno in cui, il 24 luglio del 2007, fu appiccato il rogo che distrusse migliaia di ettari di vegetazione tra Peschici e Vieste, alle pendici del Gargano. Quell’incendio provocò tre vittime e danni a migliaia di turisti, che furono messi in salvo anche via mare.
Nel momento in cui si prigionarono le fiamme la costa di Peschici era affollata di turisti. E proprio in spiaggia ci furono scene di terrore, con migliaia di bagnanti in fuga dal fumo via mare, raccolti dalle navi delle capitanerie di porto e da soccorritori improvvisati: privati e pescatori che fecero la spola per portare la gente in salvo.
Non riuscirono a sfuggire alle fiamme gli anziani fratelli Carmela e Romano Fasanella, di 81 e 71 anni, che morirono carbonizzati, e Domenico De Nittis, di 60 anni, deceduto tre giorni dopo a causa delle gravi ustioni riportate sul 60% del corpo. De Nittis, sposato e padre di tre figli, tentò invano di difendere dalle fiamme il suo punto vendita di oggetti in ceramica, sulla provinciale Peschici-Vieste.
Nella zona l’allarme scattò poco dopo le 10, quando le fiamme cominciarono a lambire le prime strutture turistiche (la zona è piena di camping). Pian piano il fuoco si estese, alimentato dal forte grecale, e si scatenò l’inferno. Campeggi distrutti, centinaia di auto in cenere, fumo asfissiante, gente in fuga in costume da bagno. Oltre 300 persone furono medicate, molte delle quali rimaste intossicate dal fumo o in preda a crisi di panico. Complessivamente furono circa 3.000 le persone evacuate.
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(Ansa)