Più di 70 appuntamenti, 10 location tra cui anche alcune insolite come il Parco Iconavetere e le borgate, 66 richieste pervenute per il bando cultura con proposte progettuali per 287mila euro, circa 100mila euro di budget quello stanziato invece e almeno due grandi artisti in piazza, con il nuovo format di Tele Norba “Che sera” previsto il 15 luglio con Alan Sorrenti e Clementino per il Ferragosto.
È un Foggia Estate dal basso, popolare e tutto quasi fatto in casa, quello disegnato dall’amministrazione Episcopo e dalla sua assessora alla Cultura Alice Amatore, che si rivolge, come lei ha voluto sottolineare, alle “periferie urbane e umane” della città e ha avuto come partner la Fondazione dei Monti Uniti di Foggia e il Teatro Pubblico Pugliese, che con i loro presidenti Aldo Ligustro e Paolo Ponzio hanno accompagnato le due amministratrici nella illustrazione del programma.
Il contributo del Teatro Pubblico si è materializzato anche nel lavoro della commissione esaminatrice delle proposte del bando per le attività del Foggia Estate, di cui Anna Maria Giannone, una colonna del Consorzio, è stata componente insieme al professor Francesco Montaruli e al dirigente del servizio Cultura.
“La cifra politica di questa operazione – che badate bene – materialmente e burocraticamente è molto più complessa e articolata della distribuzione dei contributi a pioggia intuitu personae, è la chiave di un cambio di metodo nella gestione della cosa pubblica di questa città. Poi potrete dirci (e avete ragione!) che i tempi erano stretti e che ormai è Natale (mortificando non tanto noi amministratori, bensì il lavoro di funzionari e dipendenti che si sono fatti in quattro per garantire questo risultato quando avrebbero potuto benissimo abdicare e timbrare il cartellino alla fine del turno). Purtroppo tutti i cambiamenti sono complessi, talvolta lenti e non scevri da errori, perché siamo esseri umani, ma quanto mai necessari. E se a qualcuno faceva comodo un metodo diverso, forse perché nel passato ne ha giovato , mi dispiace che sia deluso”, ha detto senza mezzi termini la giovane dem.
“Stiamo cercando di dare concretezza ad una idea di cultura differente – ha aggiunto – non solo come intrattenimento o fruizione passiva, ma come strumento per migliorare la vita delle persone. La cultura può infatti contribuire al benessere psico-fisico individuale, rafforzare il senso di comunità e contrastare diverse forme di disagio sociale. Per questo abbiamo messo al centro le periferie urbane e umane, affinché riempite di arte e bellezza si possa tornare ad apprezzarne il valore, ad accendere i riflettori su interventi urbanistici se necessari e a riscoprire un senso di appartenenza e di identità dimenticati. A richiamare pubblico da fuori, a creare un indotto economico”.
Due citazioni per Amatore: Niccolò Fabi e Franco Arminio, che sarà da queste parti nel cartellone di Lucera in anfiteatro. “Torno a fare un appello ai miei concittadini la cui attenzione nei confronti del nostro operato è motivo di quotidiano stimolo e impegno. E ne sono grata. Come dice Niccolò Fabi in una meravigliosa canzone, che amo: ‘Tra il primo Tema e il testamento /Nel mezzo c’è tutto il resto/E tutto il resto è giorno dopo giorno/E giorno dopo giorno è/Silenziosamente costruire’. E di una sola cosa siamo certi, non potremo farlo da soli. E per farlo ci sarà bisogno dell’impegno di tutti. Non di quelli che Franco Arminio chiama gli ‘scoraggiatori militanti, i piromani dell’entusiamo’. Abbiamo bisogno invece di creature rivoluzionarie, di invertire il paradigma del Foggiano che non vuole fare e non vuole far fare, serviranno parole di speranza”.
Tra le tante associazioni e realtà culturali che saranno protagoniste del Foggia Estate oltre alle manifestazioni già collaudate di Non soli ma ben accompagnati o al cinema a Parcocittà stavolta gestito da Apulia Film Commission, emergono Musikando, Mira Aps, il Teatro del Pollaio, Shangrillà, la libreria Rio Bo che curerà dei lavoratori per bambini, l’associazione Palcoscenico, il Teatro della Polvere, il Teatro dei Limoni, le Acli, Le Bigotte con il Rainbow River Festival in Via Ciano, il Centro Studi Naturalistici e molti altri.
Risposte ironiche da parte di sindaca e assessora sul Giordano in Jazz e sull’anima jazz della città. “Quale jazz quello dello Chez Tony?”, ha rilevato Episcopo con una battuta.
“La scelta politica è stata di mettere al centro le proposte culturali degli operatori della città. È una scelta discutibile? Può essere. Potevamo mettere in campo dei cartelloni di livello più esclusivo, ma abbiamo preferito un’altra cifra”, il commento di Amatore.
Quanto al jazz, la sindaca ha annunciato una partnership con il Conservatorio e la sezione Jazz di Rodi Garganico. “Quella sezione è di una caratura altissima. Abbiamo parlato con presidenza e conservatorio per ppter avere concerti e artisti. Non siamo più nel passato quando si spendevano somme faraoniche per l’intrattenimento. Magari venissero altre risorse dall’esterno. Oggi per l’Ente ci siamo dati altre priorità ossia quelle assunzionali”.
Amatore ammette però a l’Immediato di star lavorando ad una personale proposta, giovane e sociale, per i prossimi mesi, che al pari di Ines Pierucci a Bari col Lungomare di Libri o del Comune di Lucera con i cartelloni teatrali top dell’anfiteatro, possa delineare la sua impronta per la cultura della città.