Un regolamento ad hoc, per permettere a sindaca, assessori/e e segretario generale di partecipare alle sedute deliberative di Giunta anche in remoto, in video conferenza, è stato approvato nei giorni scorsi dall’esecutivo della sindaca di Foggia Maria Aida Episcopo.
Nell’atto si legge che l’esperienza maturata durante l’emergenza epidemiologica allorquando gli organi collegiali del Comune si sono riuniti in modalità telematica, al fine di limitare al minimo i contatti anche alla luce della circolare n. 33 del 19.04.2022 del Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno, con cui si rende noto che nulla osta all’adozione di regolamenti che disciplinino in via ordinaria il ricorso a strumenti telematici da parte degli Organi comunali (Giunta e Consiglio), è più che positiva.
Tuttavia anche la Giunta Episcopo ammette che è opportuno regolamentare l’attività ordinaria della Giunta comunale in forma telematica al fine di garantire il corretto andamento dell’attività amministrativa comunale. Per la modalità mista è necessario disciplinare attraverso un apposito regolamento il funzionamento della Giunta comunale in modalità telematica e mista, anche al fine, si legge “di evitare possibili equivoci e fraintendimenti che, in assenza di specifica regolamentazione, possono sempre accadere”.
Ebbene questo atto appare leggermente in contraddizione con le nuove norme per il lavoro agile per la pubblica amministrazione, così tanto osteggiate da un pezzo del pubblico impiego. Negli ultimi anni non si contano gli studi che esaminano i costi, i benefici, i vantaggi ecologici e sanitari, ma anche i possibili rischi del lavoro da casa non solo per il lavoratore ma anche per la produttività generale di imprese o pubbliche amministrazioni.
Dal 1° aprile 2024, infatti, il cosiddetto smart working è possibile solo previa sottoscrizione dell’accordo individuale tra datore di lavoro e dipendente. Tra Ente e impiegato, insomma, nel caso pubblico.
Sono pochi in Italia gli Enti che hanno chiarito in maniera inedita questi aspetti. Tra i pochi c’è il Comune di Pesaro, che con un apposito regolamento, permette ai dipendenti di presentare un’istanza del cosiddetto “smart working” “in presenza di una patologia da cui è affetto il dipendente stesso o il coniuge, il convivente more uxorio, l’unito civilmente, il genitore, il figlio o la figlia, il fratello o la sorella, da cui derivi una situazione grave e urgente” e non “altrimenti fronteggiabili con gli istituti ordinari né differibile”.
La domanda, come si evidenzia nel regolamento pesarese, dovrà essere presentata ai dirigenti competenti, responsabilizzati sia dalla valutazione della domanda, sia dal dover elaborare obiettivi strategici, precisi e valutabili. Gli stessi verranno supportati in questa prima fase, da corsi specifici.
Nulla di tutto questo è specificato nel regolamento per lo smart working degli amministratori foggiani. Quali saranno i motivi che giustificheranno le assenze in presenza e l’utilizzo di dispositivi per la presenza in remoto? Al momento non è chiaro.
Si rimarca soltanto che la partecipazione alle riunioni della Giunta può essere effettuata in videoconferenza, consentendo, pertanto che uno o più componenti, il Segretario Generale e altri eventuali soggetti autorizzati, con possibilità di intervento o di supporto, partecipino a distanza, da luoghi diversi dalla sede istituzionale del Comune, in modo simultaneo e in tempo reale. La videoconferenza è ammessa nel rispetto di criteri di trasparenza e tracciabilità.
Si legge: “Le sedute della Giunta possono svolgersi anche in forma mista con la simultanea e contestuale partecipazione sia in presenza fisica che mediante collegamento ad una piattaforma informatica che permetta la percezione diretta, contemporanea, visiva e uditiva dei partecipanti, garantendo l’identificazione degli stessi, la discussione, l’intervento e il diritto di voto in tempo reale in relazione agli argomenti da trattare. È necessario, quindi, che tutti gli assessori, il sindaco e il segretario generale, nonché eventuali altri partecipanti all’uopo convocati e autorizzati alla partecipazione, dispongano di una utenza e delle strumentazioni che rendano possibile il collegamento alla piattaforma utilizzata per lo svolgimento della seduta in videoconferenza. In tal caso, occorre dare atto della contestualità della partecipazione degli Assessori, del Sindaco, del Segretario Generale e di tutti coloro che intervengono da remoto, per l’intera durata della seduta, evidenziando a verbale eventuali assenze e relative conseguenze sullo svolgimento dei lavori dell’organo collegiale”.
Massima privacy ovviamente per le sedute che assicureranno: la massima riservatezza possibile delle comunicazioni; la massima sicurezza possibile del sistema; la possibilità immediata a tutti i partecipanti di percepire la presenza in remoto degli altri partecipanti, escludendo partecipazioni segrete; intervenire nella discussione ed effettuare una votazione palese.