“Con il calo dei consumi delle verdure invernali anche a causa del persistente clima primaverile, non trovano mercato prodotti come broccoli e finocchi che stanno finendo sotto la fresa in provincia di Foggia, interrati perché non conviene raccoglierli, con gli agricoltori che stanno invitando i cittadini ad andare a coglierli direttamente in campagna“. A darne notizia è Coldiretti Puglia, che denuncia l’aumento degli sprechi di cibo a causa dei prezzi bassi riconosciuti nei campi agli agricoltori che sono costretti a lasciare la frutta sugli alberi e gli ortaggi nei campi perché non è conveniente raccogliere.
Quasi 1/3 del cibo prodotto – denuncia la Coldiretti – viene perso lungo la catena alimentare (13%) e nelle case (17%) per le distorsioni della filiera che sottopagano gli agricoltori i prodotti nei campi il cui prezzo poi moltiplica però sugli scaffali dei supermercati. Le clementine troppo piccole rimangono sugli alberi perché non è conveniente raccoglierle ma lo stesso problema ha riguardato anche la frutta estiva, con una enorme spreco di buon cibo. Le anomalie lungo la filiera sono evidenti nei prodotti freschi come l’ortofrutta in cui il prezzo aumenta da tre a cinque volte dai campi agli scaffali, nonostante non debbano subire trasformazioni sostanziali dal campo alla tavola.
Per combattere le distorsioni è stato approvato il decreto legislativo in attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali, fortemente voluto e sostenuto dalla Coldiretti, che prevede lo stop a 16 pratiche sleali che vanno dal rispetto dei termini di pagamento (non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili) al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti.
Ma a favorire gli sprechi alimentari – continua la Coldiretti – sono anche le follie normative dell’Unione Europea con il nuovo regolamento sugli imballaggi dell’Unione Europea che rischia di cancellare dagli scaffali dei supermercati l’insalata in busta, i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini e le arance in rete. L’applicazione del principio di reciprocità nella direttiva imballaggi è una vittoria della filiera agroalimentare italiana e del gioco di squadra messo in campo, oltre che un segnale importante per estendere a tutti livelli il concetto che tutte le merci che entrano nella Ue devono rispettare le stesse regole a cui sono sottoposti i produttori europei. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione del voto del Consiglio che ha superato le riserve espresse dalla Commissione. Un ringraziamento va al Governo, al Ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, ai relatori del Parlamento europeo Salvatore De Meo, Massimiliano Salini e Patrizia Toia e a tutti gli europarlamentari italiani che hanno contribuito al risultato. L’accordo raggiunto all’unanimità tra gli Stati membri salvaguarda – spiega Coldiretti – il principio di reciprocità per gli imballaggi in plastica immessi nel mercato Ue, attraverso norme di equivalenza per la plastica riciclata.