“Orgogliosamente rimetto la bandiera del garofano in consiglio comunale”. Appare felice di rientrare nel Partito Socialista da cui non era mai stato espulso il consigliere comunale Mino Di Chiara che ha dato la notizia della costituzione del gruppo Psi Riscossa Civile insieme al segretario nazionale Enzo Maraio, il coordinatore provinciale Michele Santarelli, l’avvocato Giulio Scapato e il dirigente Luigi Iorio. “Il Psi meritava il simbolo in Consiglio. L’elezione di Mino ci consente di portare la storia del partito tra i banchi di Foggia”.
Lo strappo con Di Chiara è noto e nasce dalla sua passione per la caccia, in antitesi con la presenza nella lista dei Verdi e Europa Verde. “Non siamo riusciti ad eleggere un consigliere solo per 17 voti. Qualcuno ha qualche mal di pancia tra i Verdi che ritengono che Di Chiara non sia adeguato ai loro valori. Di Chiara smusserà le angolature che lo contraddistinguono in quanto cacciatore e si farà portavoce in Consiglio dei valori ambientalisti”, ha detto Scapato, il quale da presentatore della lista nel campo largo ha dato l’ok all’uso del nome per la costituzione del gruppo.
“Avviamo una nuova fase di prospettiva e contributo. Non dico che stiamo riaccogliendo Mino ma ci stiamo ricongiungendo in sintonia. La sua esperienza è stata messa in sospensione non abbiamo assunto nessun provvedimento e quella scelta di non espellerlo è stata giusta. Luigi Iorio ha avuto un eccellente risultato personale, Mino torna nell’autorevolezza”, ha spiegato Maraio.
Sarà valorizzato il risultato di tutte le liste che non hanno eletto consiglieri nei cda nelle partecipate. A Iorio, assicurano, sarà riconosciuta visibilità. L’avvocato è nell’albo dei 200 ed è in lizza per una presidenza “.
Di Chiara del resto ha già partecipato come Psi con Iorio alle ultime riunioni del campo largo. Poche parole invece sulla lista che lo ha eletto, Azione Tempi Nuovi. Non manca chi lo ha appellato come “irriconoscente”, dopo l’offerta di un assessorato e la presidenza di una commissione.
“Nei 2 o 3 mesi che mi hanno visto all’esterno del partito ho già manifestato i miei malumori. Io dico solo che su quella lista se ci fosse stato ancora Sabino Colangelo molte cose sarebbero andate diversamente. La componente socialista è entrata per merito di Sabino, poi gli accordi sono saltati. Più di 2400 voti sono arrivati dai socialisti. Sono voti socialisti e non ci è stato riconosciuto quello che era negli accordi. Non c’è stato modo di ragionare, lo stesso è accaduto con la nomina del capogruppo perché il garante è venuto meno”.