“No ai manganelli e allo stato di polizia”. Questa la linea dei sindaci di Foggia e Cerignola, Maria Aida Episcopo e Francesco Bonito.
“Ringrazio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la ferma condanna delle violenze subite dagli studenti che a Pisa stavano manifestando pacificamente il loro pensiero su una tragedia che non può lasciare indifferenti, e per l’allarme lanciato in merito a una deriva pericolosa che va subito fermata – ha detto Episcopo in una nota -. Da sindaca ho il massimo rispetto delle Istituzioni e delle Forze dell’ordine, ma una democrazia matura non può accettare e tollerare, in nome della sicurezza, alcun tipo di degenerazione autoritaria o risposte repressive che evocano periodi e fatti terribili della nostra Storia. Agli studenti e ai loro familiari, ai docenti, ai dirigenti scolastici va la mia totale solidarietà, e il ringraziamento per la maturità e la partecipazione mostrate, con l’auspicio che quanto accaduto non si ripeta mai più, e che le pacifiche manifestazioni di piazza tornino ad essere un momento di riflessione, crescita e aggregazione, non un rischio per chi non può difendersi”.
Così Bonito che ha detto “no allo stato di polizia del governo Meloni. A Pisa, reparti della Polizia di Stato in assetto antisommossa hanno impedito a un corteo di studenti riunitosi in via San Frediano, davanti al liceo artistico Russoli, per una manifestazione di solidarietà nei confronti della popolazione palestinese, di accedere a piazza dei Cavalieri, adottando la cosiddetta ‘carica di alleggerimento’ nel corso della quale diversi manifestanti sono stati colpiti con manganellate e hanno subìto lesioni personali.
Tutte le circostanze del caso dovranno essere oggetto di un approfondito accertamento ma non può ignorarsi, sin d’ora, che, in una lettera pubblica sull’accaduto, i docenti del Liceo Russoli riferiscono che il corteo era assolutamente pacifico e che, senza alcuna ragione evidente, gli agenti in assetto antisommossa hanno impedito al corteo di muoversi ed hanno poi fatto partire tre cariche contro gli studenti, molti minorenni e tutti disarmati.
I filmati diffusi in rete e dalle agenzie di stampa confermano una evidente sproporzione nell’uso della forza da parte degli agenti, in quanto diverse sono le immagini in cui essi colpiscono con i manganelli ragazzi inermi e li fanno sdraiare a terra, immobilizzandoli, senza alcuna evidente necessità di difesa propria o di terze persone.
Tanto premesso giova rammentare alcuni punti fermi sulla libertà costituzionale di riunione e sui limiti all’uso della forza da parte delle polizie. Secondo l’articolo 17 della Costituzione, i cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi e per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.
L’articolo 18 della legge in materia di sicurezza pubblica prevede, è vero, l’obbligo per i promotori di una di riunione in luogo pubblico di darne avviso almeno tre giorni prima al questore, ma l’omesso avviso non rappresenta una condizione di illegittimità della riunione né un’automatica presunzione di pericolo per l’ordine pubblico. All’omissione dell’avviso, infatti, consegue solo la facoltà (non l’obbligo), per il questore, di ordinare lo scioglimento della riunione.
Tale facoltà, incidendo su un diritto costituzionalmente garantito, deve essere di stretta interpretazione, il che significa, in primo luogo, che il motivo dello scioglimento deve rigorosamente inerire a ragioni di sicurezza e non, come accaduto nel caso in esame, al merito o al tema della manifestazione. In secondo luogo, sono previste delle modalità per lo scioglimento della riunione agli articoli 24 e 25 del regolamento di attuazione della stessa legge, le quali non autorizzano in alcun modo un uso indiscriminato o sproporzionato della forza”.
Bonito conclude: “L’uso della forza è legittimo solo quando sia inevitabile per effettive ragioni di sicurezza degli agenti e della collettività, di guisa che, in questo caso, del tutto illegittimamente ed abusando dei poteri istituzionali riservati alla Polizia, si è fatto ricorso all’uso della forza nei confronti di un corteo composto da studenti per lo più minorenni, e tutti disarmati”.