“Vi chiediamo con tutta la tranquillità di questo mondo di lasciar riposare Giovanna in pace. Vi chiediamo di non chiederci di lei perché fa male in questo momento parlare. Giovanna era ed e’ una bella persona, lei non era soltanto un’amica, lei era una sorella maggiore, una seconda mamma come diceva sempre lei noi eravamo la sua famiglia”. È quanto scrive sul suo profilo Facebook una collega di lavoro di Giovanna Frino, la donna di 44 anni uccisa, venerdì mattina ad Apricena, con due colpi di pistola al torace dal marito Angelo Di Lella di 56 anni.
La donna lavorava in un bar del centro foggiano dove era ben voluta da tutti. “Noi – scrive ancora la sua amica e collega – eravamo la sua famiglia. E come sua famiglia vi chiediamo di rispettare il nostro dolore, ha lasciato nei nostri cuori un dolore incolmabile. Il suo sorriso resterà per sempre impresso dentro ognuno di noi! Giovanna amava la vita più di ogni altra cosa, brillava sempre come una stella, ed è per questo che la mia stella adesso deve risplendere e vegliare su di noi. Riposa in tranquillità adesso amica mia. Un giorno ci rivedremo. Ti amo e ti amerò per sempre”.
Intanto gli inquirenti stanno scavando nel rapporto tra i coniugi. All’attenzione degli inquirenti la gelosia dell’uomo ma anche il suo stato di prostrazione psicologica dopo aver perso il lavoro di guardia giurata. Di Lella si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal legame di parentela. La prossima settimana sarà ascoltato dal giudice per le indagini preliminari nell’udienza di convalida del fermo. Il delitto è avvenuto venerdì intorno alle 12 nell’abitazione della coppia, in via Saragat, alla periferia di Apricena. Stando ad una prima ricostruzione moglie e marito avrebbero avuto un violento litigio, poi il 56enne ha sparato tre colpi di pistola, di cui due hanno raggiunto al torace la donna. In quel momento in casa vi era una delle tre figlie, una diciassettenne che non era andata a scuola perché era a letto con l’influenza. Un’altra figlia, di vent’anni, era a Firenze dove sta frequentando l’università mentre la terza figlia, che frequenta le elementari era a scuola e stava partecipando alle prove per la recita di Natale. Dopo aver sparato alla moglie l’uomo si è barricato in casa e quando, i carabinieri sono riusciti ad entrare, è apparso in stato confusionale e ripeteva “andate a vedere come sta mia moglie”. Per la donna, però non c’era più nulla da fare. (Agi)