Imprenditori nel mirino della mafia foggiana. Due persone si sono recate in un’azienda con una pistola nel marsupio pronta a sparare verso un imprenditore agricolo, ma la vittima non c’era e quando sono arrivati i carabinieri i due sono scappati con uno scooter: uno di loro è riuscito a fuggire, l’altro è stato arrestato. Gli investigatori ipotizzano che i malviventi avessero intenzione di uccidere. Manette ai polsi per Giuseppe Bruno, 30enne foggiano. È accusato di possesso illegale di una pistola calibro 765 Beretta, rinvenuta con colpo in canna e il cane alzato, resistenza a pubblico ufficiale ed evasione. Il fatto – come riporta Ansa – è successo venerdì scorso e l’arresto è già stato convalidato dal gip.
Nel marsupio, oltre alla pistola, Bruno aveva 3500 euro. Per il gip che ha convalidato l’arresto, Antonio Sicuranza, “è verosimile che Bruno e l’ignoto complice avessero ricevuto l’incarico di uccidere l’imprenditore, non potendo interpretare diversamente il fatto che la pistola non solo aveva il colpo in canna ma presentava anche il cane alzato”.
Non è la prima volta che le forze di polizia sventano un possibile attentato ai danni di un imprenditore locale. A giugno la squadra mobile salvò la vita ad Antonio Fratianni arrestando 7 persone tra cui Emiliano Francavilla, uno degli uomini al vertice della batteria Sinesi-Francavilla. Più di recente è stato arrestato anche Fratianni, ma con l’accusa di aver tentato di uccidere Antonello Francavilla (fratello maggiore di Emiliano) e suo figlio di 16 anni. L’imprenditore si sarebbe recato a Nettuno in provincia di Roma, dove il boss era rinchiuso ai domiciliari, per poi esplodere colpi d’arma da fuoco contro padre e figlio. Fratianni avrebbe agito per una storia di soldi che non intendeva restituire alla famiglia malavitosa.