“Trovo estremamente grave che autorevoli esponenti della Lega non si siano accorti che l’emergenza criminalità costituisce da tempo una priorità per lo Stato, a partire dal lontano 9 agosto 2017 (giorno della strage di San Marco, ndr). In questi 5 anni centinaia di arresti, interdittive antimafia, sequestri di capitali, condanne esemplari e tanto altro. Ma la Lega fa finta di non sapere”. Lo afferma l’ex candidato sindaco e consigliere comunale foggiano Pippo Cavaliere (in foto) in risposta a quanto dichiarato dal leader leghista Matteo Salvini nelle scorse ore.
“Ed ancora più grave è che la questione criminalità e l’indegno tentativo di screditare le istituzioni preposte a fronteggiare quest’emergenza, vengano utilizzati strumentalmente per fini meramente politici ed elettorali. In questo modo – prosegue Cavaliere – si acuisce il senso di sfiducia dei cittadini nei confronti dello Stato, si favorisce un pericoloso effetto destabilizzante, quando la gravità della situazione, a partire dallo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, dovrebbe indurre a più attente riflessioni, ad un maggior senso di responsabilità, ad un lavoro in sinergia, ad un’azione congiunta”.
Ricordo ancora quando la ministra Luciana Lamorgese, nel corso di una riunione a Roma del Comitato di Solidarietà per le vittime dell’estorsione e dell’usura, di cui faccio parte, dopo aver tratteggiato la gravità della situazione in Capitanata, snocciolò, con dovizia di particolari, i contenuti dell’operazione ‘Alto Impatto’, che si era conclusa da pochi minuti in Città, a dimostrazione di come il Viminale seguisse passo passo la questione e di quanto sia vicino alla collettività foggiana. Alla accuse di sterili passerelle e agli slogan di sapore elettorale, i cittadini foggiani rispondono con un sentito ringraziamento alle forze dell’ordine, che ogni giorno mettono a repentaglio la propria vita, alla procura distrettuale ed a quella foggiana ed alla prefettura, per lo straordinario impegno profuso per contrastare il dilagante fenomeno criminale. Una battaglia che ci vedrà vincitori nei confronti della ‘quarta mafia’ solo se uniti e compatti, non divisi da sterili quanto inopportune polemiche strumentali”.