Udienza preliminare oggi in Corte d’Assise per il presunto giro di tangenti al Comune di Foggia. Nel maggio scorso i pm Bray e Infante avevano chiesto il rinvio a giudizio per 18 persone. Spiccano l’ex sindaco Franco Landella e la moglie Daniela Di Donna; oltre a loro alcuni ex amministratori locali, dipendenti comunali, imprenditori e commercianti. Eccoli tutti: Franco Landella, Daniela Di Donna, Paolo Tonti, Dario Iacovangelo, Antonio Capotosto, Leonardo Iaccarino, Giuseppe Melfi, Francesco Landini, Giada Pirazzini, Donatella Iaccarino, Marianna Tucci, Consalvo Di Pasqua, Lucio Ventura, Pasquale Rignanese, Michele De Carlo, Giuseppe Casparrini, Potito Casparrini e Davide Saurino. Nessuno degli indagati era in aula. C’era invece il nutrito collegio difensivo, oltre ovviamente ai due magistrati che curano l’inchiesta. Accanto a loro, ma solo ad inizio udienza, anche il procuratore capo Ludovico Vaccaro, presenza che ha fatto storcere il naso ad alcuni avvocati difensori convinti che il processo possa essere condizionato dal forte impatto mediatico scaturito dopo gli arresti dello scorso anno.
Oggi, dinanzi alla gup Bencivenga, la partita si è giocata soltanto sulla costituzione di parte civile del Comune di Foggia. Gli animi si sono subito scaldati in seguito ad un errore piuttosto vistoso dei commissari straordinari di Palazzo di Città: uno di loro – Giangrande – ha avanzato formalmente la richiesta, ma il documento è stato poi firmato da Magno. Ma non si tratterebbe dell’unico vizio tanto che i legali degli indagati hanno commentato, senza mezzi termini, di non aver mai visto nulla del genere in passato. Inevitabile lo slittamento dell’udienza: prossimo appuntamento il 19 luglio proprio per decidere sulla costituzione del Comune. Soltanto successivamente si entrerà nel vivo del procedimento: gli indagati rischiano il rinvio a giudizio.