Nelle scorse ore, a seguito di complicanze purtroppo irrisolvibili, al Policlinico Riuniti di Foggia è morto l’imprenditore foggiano Domenico Bonassisa, per tutti Mimì.
Nato il 23 febbraio 1940 a Deliceto, trascorse l’infanzia tra ristrettezze economiche e una rigida disciplina famigliare: «Questa vita severa ma formativa – dichiarò in un’intervista concessa alla Gazzetta del Mezzogiorno nel 2006 – è stata la miglior palestra che potessi avere». Dopo il Convitto Bonghi a Lucera, dove si diploma come “Geometra”, nel 1968 sposa Incoronata e dal matrimonio nascono Lucia, Monica Antonella e Irene: tutte donne, tutte affermate imprenditrici. Ma è a Domenico che si deve la loro vocazione, poiché insieme a pochi altri negli anni Sessanta seppe interpretare l’esigenza nazionale di costituire una classe imprenditoriale legata agli idrocarburi, alla chimica e alla petrolchimica, muovendosi nel solco di antesignani come Sefarino Ferruzzi, Enrico Mattei e Angelo Moratti. Oggi la Bonassisa Drilling Company si occupa di perforazioni petrolifere, work over e chiusure minerarie, pulling unit services e pompaggi ad alta pressione in tre Paesi: Italia, Tunisia ed Etiopia.
Domenico Bonassisa ha fatto inoltre parte degli 8 imprenditori territoriali che rilevarono il Foggia Calcio nel 2005, portandolo a disputare la finalissima per l’accesso alla Serie B contro l’Avellino (purtroppo persa, 17 giugno 2007). «Il calcio non è la mia principale passione – raccontò allora alla Gazzetta dello Sport per commentare la decisione di rilevare il club da un fallimento che sembrava certo –, ma quando la tua terra ti chiede di dare una mano non si può dire di no. Diciamo che l’ho fatto anche per i miei nipoti, per vederli andare allo stadio e tifare rossonero. Anche se magari, un giorno, vivranno lontani da qui». Bonassisa è stato uno dei pochissimi imprenditori pugliesi (non oltre venti, a quanto pare) che si sono occupati quasi esclusivamente di estrazioni e perforazioni, un settore pressoché sconosciuto – almeno quando cominciò, cioè negli anni Sessanta – ma oggi al centro del dibattito mondiale sulla sostenibilità dell’energia derivate dai combustibili fossili. Argomento a proposito del quale, in un’intervista addirittura del 2010 al Corriere del Mezzogiorno, dichiarò: «Serve un’alternativa alle fossili, non c’è dubbio. Ma siamo sicuri che consista solo nello scempio paesaggistico dell’eolico?».
Alla famiglia Bonassisa in queste ore stanno giungendo le condoglianze e la vicinanza di tutti gli imprenditori di Capitanata, nonché delle istituzioni e delle associazioni di volontariato a cui era personalmente legato Domenico.