Il caso del foggiano Marco Ferrazzano su Rai 2 a “I Fatti Vostri”. A poco più di un anno dalla sua morte, la tv ricorda la tragedia del giovane, vittima di bullismo e umiliazioni di ogni genere. Ferrazzano venne trovato senza vita sui binari di via Sprecacenere, dove decise di mettere fine alle sue angosce. “Voleva una vita normale – scrivono sulla pagina social “In memoria di Marco Ferrazzano” -, un lavoro, degli amici, una ragazza; purtroppo aveva un disturbo psicologico che teneva sotto controllo con una pastiglia e che lo ha tormentato per tutta la vita. Qui a Verona, pur essendo riuscito a lavorare, le cose non andavano e si era trasferito a Foggia con la speranza di rifarsi una vita. Nella nuova città è finito nel mirino del branco, una banda di ragazzi di strada che ha usato il suo disturbo, la sua malattia, per divertirsi. Marco è stato insultato, preso a schiaffi, costretto a ‘esibirsi’ e investito con un motorino e nel frattempo veniva fotografato, ripreso e schernito sui social. C’è stato un momento in cui Marco non aveva più un posto dove nascondersi, perché le sue immagini erano dappertutto. Nonostante la particolarità di Marco e della sua storia, questa è una cosa che può succedere a tutti i ragazzi e le ragazze”.
A giugno 2021, gli inquirenti hanno fermato un gruppo di persone. Procura di Foggia e squadra mobile, infatti, notificarono un avviso di conclusione delle indagini preliminari, d’informazione di garanzia e di diritto alla difesa nei confronti di D.P.G.L. classe 1998; B.A. classe 1997; T.A.P. classe 2000; P.F.P. classe 1999; V.D.P. classe 1999; A.G. classe 1998. Tra loro anche due degli autori della tragica rapina al bar “Gocce di Caffè”, costata la vita a Francesco Traiano. Ma questa è anche una storia di omertà, un po’ come quella dell’omicidio Traiano. Parenti e amici sapevano, però tutti tacevano. Inoltre, le umiliazioni avvenivano in piazza, alla luce del sole, soprattutto a Parco San Felice e nei quartieri San Ciro e Candelaro.
Dei sei giovani, uno è indagato in concorso per il reato di truffa con l’aggravante di aver commesso il fatto approfittando delle condizioni di disabilità di Ferrazzano. Gli altri sono indagati in concorso per il reato di stalking, con l’aggravante di aver commesso il fatto approfittando delle condizioni di disabilità di Marco e dell’altro ragazzo.
L’attività investigativa ebbe inizio dalla denuncia di furto del cellulare sporta dal defunto e dalla successiva denuncia di allontanamento di Marco dalla propria abitazione nella stessa giornata. Nell’atto di denuncia, Ferrazzano dichiarò che nella mattinata del 21 gennaio 2021 alle ore 12.30 circa, mentre era nei pressi del mercato rionale di via Luigi Pinto a Foggia, fu avvicinato da due ragazzi a bordo di uno scooter che gli chiesero di poter effettuare una chiamata con il suo cellulare. Temendo ripercussioni malgrado non fosse intenzionato ad acconsentire alla pretesa, consegnò nelle mani di uno dei ragazzi il proprio cellulare, ma alla richiesta di restituzione, i due si allontanarono portando via il telefono. Marco, nel tentativo di rincorrerli e bloccarli, cadde a terra procurandosi qualche escoriazione.
Nel primo pomeriggio del 23 gennaio 2021 presso la Sezione di Polizia Ferroviaria di Foggia, la madre di Marco denunciò la scomparsa del figlio, avvenuta il giorno precedente intorno alle ore 15 circa. In sede di denuncia, la donna riferì che il cellulare rubato al figlio continuava a squillare senza risposta e precisò che il giovane abitualmente faceva rientro a casa intorno alle ore 20.30, che soffriva da anni di depressione e schizofrenia, per cui era in cura presso il Dipartimento di Salute Mentale di Foggia. Poi, però, venne fuori che Marco si era suicidato lanciandosi sotto un treno regionale, il San Severo-Bari. In seguito, anche grazie alla tenacia dei parenti del giovane, emersero atti di bullismo subiti da Marco e pubblicati sui social network. Filmati che raffiguravano anche altre persone fragili bersagliate dalla gang di bulli.
Marco veniva picchiato in strada da suoi coetanei: alcuni video mostravano immagini in cui gli tagliavano i capelli e lo costringevano a fare capriole a terra. Gli indagati gli impedivano di allontanarsi liberamente e lo costringevano a contattare con il cellulare alcuni conoscenti per proferire insulti. Veniva anche costretto ad ingiuriare i passanti.
Marco dovette ricorrere alle cure dei sanitari già nel gennaio del 2020 dopo essere stato aggredito da persona a lui nota. I sanitari gli diagnosticarono escoriazioni al volto, un dolore localizzato alla mano destra e un trauma contusivo al naso con prognosi di 20 giorni. Gli indagati erano soliti minacciare le parti offese attraverso aggressioni pesanti e continui insulti per la loro disabilità.