No vax nelle Rianimazioni Covid di Puglia, alcuni chiedono l’avvocato per non essere intubati. Un primario: “Gente pazza”

Il direttore dei reparti di Anestesia e Rianimazione del Fazzi e del Dea di Lecce, Giuseppe Pulito a Repubblica: “Noi costretti a dare spiegazioni e perdere secondi che possono essere vitali”

No vax con l’avvocato in rianimazione Covid. La bizzarra richiesta di alcuni pazienti svelata a La Repubblica – Bari dal direttore dei reparti di Anestesia e Rianimazione del Fazzi e del Dea di Lecce, Giuseppe Pulito. “Sono amareggiato perché purtroppo l’80% dei ricoverati non sono vaccinati e nella maggior parte dei casi per una scelta folle ‘antivaccinista. Alcuni pazienti, subito dopo il ricovero – spiega alla testata barese – chiedono di voler parlare con un avvocato. Sì con un avvocato. Vogliono avere garanzie di non essere intubati. La gente è pazza, assistiamo a scene grottesche. E noi lì a dover dare spiegazioni e perdere secondi che possono essere vitali. Vi immaginate noi medici in prima linea che assecondiamo le follie di queste persone che hanno pochissime chance di sopravvivenza e che hanno come unica carta a propria disposizione proprio quella di essere intubati?”.

Nel reparto di terapia intensiva del Vito Fazzi di Lecce – ricorda Repubblica – continuano ad arrivare pazienti con il Covid in gravi condizioni: questo perché c’è una precisa scelta della Regione Puglia: il capoluogo di regione Bari, come le città di Lecce e Foggia, infatti, sono stati indicati come “macroaree di pandemia” e le loro strutture selezionate per accogliere un numero importante di pazienti colpiti dalle varianti del SARS-CoV-2. E nei reparti o in corsia le scene di ordinaria follia sono continue.

“Giorni fa – racconta sempre il direttore Pulito – il figlio di un brindisino non credeva che il padre fosse morto. Voleva picchiare un nostro collaboratore della Terapia Intensiva. Gli abbiamo spiegato che chi muore per Covid viene avvolto in un materiale per evitare il contagio. Alla fine sa cosa abbiamo dovuto fare? Abbiamo dovuto rimettere fuori il cadavere per convincere questo soggetto che suo padre era morto: glielo abbiamo fatto vedere attraverso il vetro della terapia intensiva”.



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