Condannato a 18 anni di carcere Ibrahima Diallo, il guineano di 22 anni accusato di aver ucciso il suo connazionale Algassimou Bah (foto sopra), 20enne, morto ad aprile dello scorso anno nel “Gran Ghetto” la baraccopoli abusiva sorta nelle campagne di San Severo. La Corte d’Assise del Tribunale di Foggia (presidente Talani) ha accolto in pieno la richiesta della procura formulata qualche settimana fa. 18 anni di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali e di sofferta custodia cautelare. Disposta l’applicazione nei confronti dell’imputato della misura di sicurezza personale non detentiva della libertà vigilata per tre anni.
Sul luogo della tragedia intervennero i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile. Bah, in Italia per lavorare come bracciante agricolo, fu ritrovato riverso a terra senza vita, in una pozza di sangue, e con una profonda ferita di arma da taglio tra la gola ed il petto. Il giovane, poco prima, aveva avuto un acceso diverbio, per futili motivi, con Diallo all’esterno di una baracca adibita a piccolo ritrovo/bar.
I militari del N.O.R.M. strinsero subito il cerchio sull’autore dell’omicidio. Diallo venne localizzato a qualche chilometro di distanza dal Gran Ghetto mentre cercava di far perdere le proprie tracce. Subito dopo la cattura, il giovane fornì le prime ammissioni di colpevolezza. All’esito di una lunga ed articolata ricostruzione dei fatti, che consentirono di recuperare anche l’arma del delitto ed altri elementi di assoluto rilievo per le indagini, i carabinieri effettuarono il fermo per omicidio.
Successivamente, davanti agli inquirenti, Diallo confermò le proprie responsabilità in relazione alla morte del connazionale, avvenuta per futili motivi. Ed ora ecco la condanna in primo grado da parte del Tribunale di Foggia.