Attimi concitati questa mattina davanti all’istituto scolastico “Santa Chiara” di Foggia, pieno centro cittadino. Mamme esterrefatte per l’atteggiamento dei sanitari durante un’operazione di soccorso. “Oggi ho dovuto spiegare a mio figlio perché ho preso il numero di targa di un’ambulanza – spiega una madre -. Non è stato facile trovare le giuste parole per raccontare che quegli operatori che lui vede come eroi, quel medico che era giunto per aiutare una sua amichetta in realtà un eroe non è”.
La vicenda è questa: una bimba si è sentita male ed è svenuta. Sono subito stati allertati i soccorsi, giunti sul posto per verificare le condizioni della piccola. Tutto normale, fino a questo punto. “Ma evidentemente hanno trovato qualcosa di diverso da quello che si aspettavano – spiega la donna -: la bimba è di colore, la mamma non parla bene italiano, la zia fa da mediatrice, a suo modo, anche lei non parla bene italiano”.
E a quel punto gli animi hanno iniziato a scaldarsi: “Il medico, con fare arrogante e aggressivo, invece di tranquillizzare la signora, l’ha incalzata e apostrofata senza accertarsi delle condizioni della piccola che non si reggeva in piedi e non parlava”. Stando alla denuncia, il sanitario avrebbe accusata la donna di aver chiamato il 118 “per una semplice caduta”. Successivamente, però, “quando finalmente ha compreso che la bambina era svenuta e che i soccorsi erano stati chiamati proprio perché la poverina non riprendeva i sensi, ha cominciato ad urlare contro la mamma: ‘Allora signora porteremo questa bambina direttamente in sala operatoria!‘. Lascio immaginare il panico di una madre che sente una tale frase senza poterne comprendere la becera ironia! Ero incredula di un comportamento del genere, ancora ignorava la bambina e continuava a urlare ‘questi per ogni cosa fanno un casino’! ‘Questi’? – si chiede allibita chi denuncia -. Nella mia ingenuità non avevo capito che il medico era arrabbiato perché era stato chiamato a soccorrere una bimba di colore e che dunque il comportamento disumano nei suoi confronti, della sua mamma e della zia si spiegava con una sola semplicissima parola: razzismo”.
“Razzismo e maschilismo, una vergogna di per sé – tuona la madre -, una vergogna al quadrato per un medico chiamato in soccorso all’uscita di una scuola, la Santa Chiara, i cui insegnanti si prodigano quotidianamente per l’inclusività e l’integrazione! Gli altri bambini presenti si sono spaventati tantissimo, piangevano, uno si è sentito male ed è stato soccorso dalla sua mamma, nonostante lì ci fosse un’ambulanza che non si stava occupando di nessuno. Infine hanno portato via la bambina e la mamma e tutti noi – conclude – abbiamo sperato che una volta in ospedale avrebbero ricevuto una accoglienza più umana di quella a cui abbiamo dovuto assistere”.