Domani, 1° settembre scatta l’obbligo del Green pass sui treni a lunga percorrenza (Intercity, Intercity Notte e Alta Velocità). Ma le stazioni rischiano di diventare un fronte caldo per la protesta annunciata sui social da parte della galassia ‘No Green pass’ e ‘No vax’. In questi ultimi giorni il livello dello scontro si è già alzato con aggressioni e minacce a medici, come nel caso di Matteo Bassetti (adesso sotto scorta della polizia quando va a lavoro), a giornalisti, a esponenti del Movimento 5 Stelle. L’ultima, in ordine del tempo, al ministro Luigi Di Maio (“Un altro infame da giustiziare”, “è necessario il piombo”, “devi crepare”:sono le frasi d’odio pubblicate su alcune chat di Telegram). E, per domani, alle 12.30, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgeseha convocato il Centro di coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti.
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LA GUIDA Green pass e trasporti: le regole
Nel mirino 54 stazioni
I contestatori si sono dati appuntamento per le ore 14.30 davanti a 54 stazioniferroviarie delle principali città italiane: “Si entrerà e si rimarrà fino a sera” si legge nell’invito diffuso sul canale social Telegram ‘Basta dittatura’, con oltre 40mila iscritti. “Non ci fanno partire con il treno senza il passaporto schiavitù’? Allora non partira’ nessuno”, aggiungono gli organizzatori. Tra le stazioni figurano quelle di Tiburtina a Roma, di Porta Garibaldi a Milano, di Porta Nuova a Torino, di Piazza Garibaldi a Napoli, di Santa Maria Novella a Firenze, di Piazza Principe a Genova. E ancora la Stazione centrale di Bologna, di Porta Nuova a Verona, di Reggio Emilia AV, oltre a quelle di Caserta, Salermo, Bergamo, Trieste centrale, di Bari Centrale.
Ma l’elenco è molto lungo: Agropoli Castellabate, Barletta, Benevento, Bisceglie, Bolzano, Brescia, Cattolica Gabicce, Cesena, Conegliano, Desenzano, Ferrara, Foggia, Forlì, Lamezia Terme, Latisana-Lignano, Maratea, Mestre, Molfetta, Monfalcone, Padova, Paola, Pesaro, Peschiera, Pordenone, Portogruaro, Reggio Calabria centrale, Riccione, Rimini, Rosarno, Rovereto, Rovigo, Sapri, Scalea, Trani, Trento, Treviso centrale, Udine, Vallo della Lucani, Vibo-Pizzo, Vicenza e Villa San Giovanni.
Viminale: controlli nelle stazioni
Le forze dell’ordine hanno già avviato una serie di controlli e presidi nelle principali stazioni ferroviarie. Il Viminale ha assicurato massima attenzione sottolineando che verrà garantita come sempre “la libertà di manifestare pacificamente nel rispetto delle regole ma non saranno ammessi atti di violenza e minacce”. Sempre
Sindacati e utenti: no al blocco treni
“Diciamo no alle minacce di bloccare i treni”, dicono unitariamente i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti sostenendo invece ” la campagna vaccinale tanto per i lavoratori che per gli utenti del servizio pubblico”. Più dura Assoutenti, che si dichiara pronta a una raffica di denunce e chiede alle autorità competenti di “assicurare alla giustizia chiunque domani bloccherà stazioni e treni” per “garantire la circolazione ferroviaria e impedire che la protesta di pochi crei un danno enorme alla categoria dei pendolari”.
Il calendario delle proteste
I ‘No Green pass’ hanno però già lanciato altre iniziative sempre su Telegram: il 2 settembre un presidio sotto i palazzi sede della Regione, dalle 10 alle 12, venerdì 3 un presidio contro i mass media, sabato 4 un generico “proteste in tutta italia dalle 18” e lunedì 6 settembre uno “sciopero e tutti al parlamento”, con appuntamento a Roma.