Un avvocato sospeso dall’Ordine di Bari in via cautelare e altri quattro protagonisti di altrettanti procedimenti disciplinari: il ciclone dell’inchiesta sull’ex gip Giuseppe De Benedictis si abbatte sulla classe forense da più parti. In attesa che le indagini della Procura di Lecce facciano il loro corso, e si chiarisca la posizione di almeno altri quattro avvocati finiti sotto osservazione (dopo che i carabinieri hanno intercettato De Benedictis e Giancarlo Chiariello, e dopo che il collaboratore di giustizia barese Domenico Milella ha fatto i loro nomi come “vicini al giudice”), il Consiglio distrettuale di disciplina forense ha avviato i procedimenti sui quattro colleghi già indagati insieme a Chiariello.
Ovvero il figlio Alberto (a casa del quale fu ritrovato oltre un milione di euro in uno zainetto) e la collaboratrice Marianna Casadibari, nonché i foggiani Michele Pio Gianquitto (coinvolto nell’operazione antimafia “Grande Carro”) e Paolo D’Ambrosio, accusati di concorso in corruzione in atti giudiziari. A loro gli avvisi di garanzia sono stati recapitati il 24 aprile, quando i carabinieri hanno arrestato De Benedictis, Chiariello e il pregiudicato di Vieste, ex membro del clan Raduano, Danilo Pietro Della Malva alias “U’ Meticcio”, aspirante collaboratore di giustizia. I nomi dei legali sottoposti a procedimento disciplinare sono stati resi noti da Repubblica Bari e si tratta, in buona sostanza, di persone finite sulle pagine dell’ordinanza cautelare relativa all’arresto di De Benedictis, Chiariello e Della Malva. Intanto, le indagini proseguono ed altri avvocati del Foro di Foggia e Bari potrebbero tremare. Alcuni legali, infatti, sarebbero “attenzionati” dagli investigatori che vogliono vederci chiaro sui rapporti con l’ex giudice De Benedictis, accusato di aver facilitato alcune scarcerazioni dietro pagamento di tangenti.
Ordine Avvocati: “Non un bel momento per classe forense”
“Non è un bel momento quello che sta vivendo la classe forense”: il presidente dell’Ordine di Bari, Giovanni Stefanì, è consapevole del rischio insito nelle inchieste penali che coinvolgono colleghi e magistrati: “Il timore è che queste vicende possano generare sfiducia, da parte del cittadino, nell’intero sistema giustizia. Il procedimento disciplinare è un meccanismo complesso, anche a garanzia dell’incolpato — spiega Stefanì —. Come categoria abbiamo messo in luce che esistono ancora diverse criticità nel suo iter, per esempio la farraginosità delle parti iniziali, che spesso li fanno diventare molto lunghi”.
Nel frattempo, l’Immediato ha interpellato alcuni noti legali foggiani che in passato hanno ricoperto cariche nella politica forense locale e nazionale. Stando alla loro analisi è verosimile pensare che il procedimento disciplinare a carico dei colleghi non giungerà a termine fino a quando non sarà chiuso quello penale. È sentimento comune che, nel caso del foggiano D’Ambrosio, il suo coinvolgimento sia meramente dovuto alla sua posizione di co-difensore rispetto a Chiariello. Elementi più significativi, invece, potrebbero emergere dagli interrogatori di De Benedictis il quale avrebbe tirato in ballo professionisti di un certo peso del mondo forense di Foggia e Bari. Non si escludono colpi di scena già nelle prossime settimane. (In alto, a destra, De Benedictis e Chiariello)